senza titolo … sarebbe banale

Avrei voluto commentare una giornata diversa che si doveva concludere con una cena fra amici, organizzata presso la sagra paesana della polenta, a festeggiare la vittoria su un progetto industriale che avrebbe minacciato un territorio e la sua economia a dispetto degli slogan che lo accompagnavano.

Abbiamo cenato sotto un diluvio che si è trasformato in un disastro, in una tragedia. Un segno del destino? Nelle nostre osservazioni al progetto “PILT” abbiamo sempre puntato sul rischio idraulico, ma noi lo sapevamo e non avevamo bisogno che gli eventi ce lo ricordassero.

Un territorio in ginocchio, con la memoria ancora all’alluvione del 2004 e del “ritocchino” del 2006. La campagna sommersa, aziende devastate, animali morti, fulmini che hanno colpito i poderi, attrezzature perse. Basta!

Mi scuso, sto scrivendo a braccio emotivamente provato e non voglio polemizzare. Durante la mattina ho ricevuto molte telefonate e ho sentito la vicinanza del Comune, prima la telefonata dell’Assessore Tei che mi anticipava la visita del Sindaco, accompagnato dall’Assessore Monaci, con i quali c’è stato un incontro disteso e, spero, costruttivo per il futuro. A loro il mio personale ringraziamento.

Questo paese e il territorio circostante ha bisogno di un intervento risolutore, lo scorso anno abbiamo gioito per l’efficace funzionamento delle idrovore installate al Madonnino, nonostante l’inverno piovoso, ma questa volta qualcosa non ha funzionato!

Comunque non possiamo sempre trincerarci dietro frasi tipo “poteva andare peggio”, dobbiamo fare … tutti …


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24 pensieri riguardo “senza titolo … sarebbe banale

  • 9 Ottobre 2013 in 06:12
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    Sono passati 4 gg dalla paura e, penso, si possa argomentare con meno emotività. Purtroppo viene usato un aggettivo, di fronte a questi eventi, che penso ormai sia superato: imprevedibile. E’ vero oggi le precipitazioni sono diverse dagli anni passati, ma di “bombe d’acqua” se ne parla da tempo e, quindi, imprevedibile è il luogo dove avvengono, anche se ormai tutta la Maremma è sottoposta a questo rischio. Come molti sanno io abito dal 1974 in via Pilo e la mia casa è stata fra le prime ad avere i seminterrati e sicuramente sono stato fra i primi a fare bella mostra dei danni provocati dalle alluvioni (ricordo che il paese fu solo sfiorato da quella del ’66, subì di più Montepescali) . Penso di essere rimasto sotto almeno una dozzina di volte. Lo dico, non per avere commiserazione, ma solo per ribadire il concetto che di eventi del genere si susseguono nel tempo. Le prime volte la colpa era che la zona non era urbanizzata, poi è stata data la colpa alle fogne vetuste, poi alla Variante e chi più ne ha ne metta, ma nonostante i sopralluoghi e le promesse d’intervento da parte delle Autorità e dei Tecnici competenti il risultato è sempre il solito. Non dico che non mantengano, almeno in parte, le promesse, ma poi si dimenticano delle fasi successive. Ritengo che il “male” principale sia stata la Variante con il suo terrapieno (in pochi eravamo contrari, un po’ come per il famoso sottopasso, è purtroppo rimasto il passaggio a livello , ma immaginate le possibili conseguenze nei giorni scorsi). Prima l’acqua dei poggi defluiva nei campi (mi sembra di aver già menzionato l’oliveto di S.Rocchino) poi trovando la diga si sfogava dai due sottopassi e giù a scorrere per Via Malenchini e Garibaldini, trovando poi ulteriore ostacolo nelle fogne e nella ferrovia, più o meno la stessa cosa è successa al Madonnino negli anni scorsi. Fu fatto a modo il canale allacciante e per qualche anno abbiamo respirato (ecco una promessa mantenuta) ma sempre sotto rischio incombente (e qualche volta ci siamo trovati sottacqua) rischio che negli anni è aumentato in quanto nessuno a fatto pulizia. Ecco così i danni di Via Aurelia e, se si vuole, di tutto il paese (anche al Madonnino è successo qualcosa di simile, stando alle voci, dove i milioni spesi per le idrovore sono lettera morta, visto che sabato sembra non abbiano funzionato).
    A quanto sopra si aggiunga la scarsa pulizia del paese ed il gioco è fatto. Anni addietro gli operatori ecologici erano sempre presenti, pulivano bene (Sardone e C.) perché operavano solo nel paese, poi un po’ meno fino ai giorni d’oggi che li vediamo di rado, non per colpa di loro, ma per il modo di intendere i servizi dall’ex COSECA (e sì che con le tasse all’uopo non si scherza e vedrete domani…). Stesso discorso si può fare per le fosse laterali alle strade, dove dovrebbe intervenire anche il frontista. Spesso mi capita di cogliere risolini sarcastici (del tipo “guardate gli scemi”), quando io o i miei familiari puliamo il marciapiede lungo casa dagli aghi o le cavidoie davanti, forse hanno anche ragione, visto che pochi lo fanno in quanto non di nostra competenza, ma se tutti lo facessero, forse con poco sforzo, si limiterebbero i danni (ripeto che con 200mm di acqua cadute in meno di 5 ore non c’è possibilità di evitarli totalmente).
    Il problema grosso è anche un altro: la decadenza delle circoscrizioni, la diminuzione dei consiglieri (ed il loro diverso atteggiamento per gli elettori) ha portato il paese (ma il discorso vale anche per altre frazioni) ad un oblio amministrativo. Nei mesi scorsi sulla stampa e nel sito del Comune era apparsa la parola “decentrare”, che da quanto ho capito avrebbe previsto una specie di consiglio di frazione (formato da volontari, ergo costi limitatissimi, i miei coetanei ricorderanno il presidente Giulio Bernini degli anni ’70) e le sue funzioni sarebbero state esposte ai cittadini nel mese di settembre. Ormai siamo ad ottobre e non s’è visto nulla (è vero non era specificato l’anno, ma se in pratica per RU non siamo arrivati ancora alla fine c’è speranza che prima o poi si sappia di più).
    Quindi la proposta: in paese (ma sarebbe giusto includere anche Montepescali visto che loro, ovviamente, non sono rimasti sottacqua sabato, ma sono dovuti ritornare novelli Munari per muoversi) ci sono diverse associazioni, lasciamo da parte le diatribe che purtroppo ci sono, e uniamoci in una Pro Loco, saremmo numericamente forti e potremmo farci sentire. A Roselle è nata, pare funzioni, farci un salto e informarci non costa nulla. Il Comitato “SOS Braccagni”, di cui sono un promotore, ha fatto tanto per il paese contro il Polo (guarda che strano, fra le nostre contestazioni c’era il problema idrogeologico, problema che i progettisti dichiaravano già allora minimo, mentre sarebbe scomparso con il polo ….sollevando di due metri l’area , asfaltandola e soprattutto intubando il Rigo, senza pensare a Genova con i suoi torrenti intubati), tanto potrà fare visto anche il consenso ricevuto (anche dagli sconfitti) ma è pur sempre un gruppo di “parte”. Escludendo direttamente partiti e/o associazioni professionali (hanno , se vogliono, già voce in capitolo), Anziani, Gruppi Culturali, CRI , Associazioni sportive (cacciatori compresi) e scusate se ne lascio qualcuna da parte possono unirsi e, con le proprie esperienze, presentare proposte , sostenute da tutto il paese, a cui non devono seguire parole, ma fatti.

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  • 7 Ottobre 2013 in 19:46
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    Mi piace molto questo commento fatto da una persona riferito ad un pensiero scritto nel profilo di un’amica su fb.

    ” meglio metterla su questo piano, altrimenti dovremmo andare a prendere a calci nelle palle, tutte quelle leggere e superficiali, di amministratori pubblici e di enti derivati, che negli anni non hanno fatto eseguire interventi sui territori ed hanno ignorato e sottovalutato le problematiche dei rischi idraulici.”

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  • 7 Ottobre 2013 in 19:39
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    Correggetemi se sbaglio. Ad una riunione riguardante la costruzione del polo logistico qualcuno di nostra conoscenza disse che Braccagni non era più a rischio allagamenti!?!?
    Mi sembra che da qualche anno il rischio sia MOLTO ELEVATO o no?????? forse si era confuso un pochino?????? o forse parlava di qualche altro paese? Illuminatemi voi per favore grazie

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    • 7 Ottobre 2013 in 19:48
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      c’è poco da illuminare, ci venivano a dire che il rischio non sussisteva e il polo avrebbe creato condizioni migliori per la costruzione di opere di difesa. Solo che avrebbero difeso la zona industriale e basta, mi sembra di ricordare che la dovevano alzare di circa 2 metri. Se ci fosse stato il polo non si sarebbe allagato, ma il paese che sarebbe stato 2 metri più basso che conseguenze avrebbe avuto?
      Poi, mi immagino, un piazzale asfaltato di 33 ettari dove avrebbe scaricato le acque piovute su una superficie del genere? Oggi ci sono dei campi che assorbono, ma asfaltati avrebbero gettato sul paese un muro d’acqua e le conseguenze sarebbero state maggiori.

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      • 7 Ottobre 2013 in 20:09
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        Inutile rivangare la storia del polo industriale, argomento chiuso, con la ragione dalla parte della popolazione che ha fatto ritornare sui suoi passi la Pubblica Amministrazione, con argomentazioni e competenze messe in campo dai cittadini, dal vicino di casa, dall’amico di sempre e anche da quello che ti rimaneva un po’ antipatico.
        Abbiamo introdotto un metodo, abbiamo trovato la chiave per far dialogare cittadini e istituzioni. Ora dobbiamo continuare, vi invito ancora a scrivere le vostre osservazioni, ciò che non ha funzionato e le vostre idee per migliorare la situazione ed evitare questi disastri. A scanso di equivoci, voglio sottolineare che non c’è nulla di “partitico”, ma sicuramente di politico, nel senso stretto del termine come lo hanno concepito i greci, perchè così facendo ci occupiamo della nostra polis … del nostro paese.

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  • 7 Ottobre 2013 in 08:22
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    In via Canzio al di là dell’acqua e della case a pian terreno allagate, dei cassonetti a giro per la strada ed alle auto con l’acqua dentro, c’è stata un po’ la sensazione di abbandono. Neppure il giorno dopo si è presentato nessuno a capire se ci fossero stati danni…eppure di chiamate ne erano state effettuate!!! Sarebbe bastato scaricare un po di sacchi di sabbia e le case non si sarebbero allagate. E’ un suggerimento preventivo in caso di un prossimo allarme…Ovviamente capisco che non è facile in quelle situazioni e nessuno si è lamentato sul momento, ma il pensiero del giorno dopo era questo…

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    • 7 Ottobre 2013 in 08:34
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      Ricordo anni fa un’inaugurazione in piazza Dante, con tutto l’apparato della protezione civile tirato a lucido. Fra i vari mezzi esposti ricordo che c’era una macchina che insacchettava la sabbia, da utilizzare per fronteggiare le esondazioni. Che fine avrà fatto?

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      • 7 Ottobre 2013 in 10:47
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        In realtà ho visto che lungo l’Aurelia i sacchi di sabbia ci sono. Quello che posso dirti è che effettivamente quando sono uscito, trovandomi l’acqua alla caviglia nel parcheggio di casa (salita nel giro di pochi minuti) i Vigili del Fuoco e la protezione civile erano già all’opera in via Anita Garibaldi e quando i condomini hanno iniziato a rendersi conto che l’acqua saliva hanno provato a chiamare il 115, ma ovviamente il centralino era intasato. Mi dicono – per ovvie ragioni io non ci sono arrivato, vista l’altezza dell’acqua su via Canzio – ed anche la corrente- che dalla Chiesa in giù tutto era chiuso. Ovvio che chi aveva i seminterrati è stato colpito lì e che ha avvertito prima i soccorsi. Ma nel caso del condominio dove vivo io, più o meno tutte le case a pian terreno hanno avuto l’acqua in casa, c’è anche chi ne ha avuta diversi centimetri con roba da buttare. Per far capire la forza dell’acqua in via Canzio i cassonetti – che si trovano a metà strada- sono arrivati dentro il parcheggio. Da qui la sollecitazione che faccio: visto che il rischio di una bomba d’acqua è concreto, e visto che non avendo i seminterrati in quella zona ci sono meno preoccupazioni (se non per le auto), quando meno basterebbero alcuni sacchetti di sabbia che sarebbero bastati a far sì che le case non si fossero allagate. Personalmente sono uno dei pochi che non ha avuto problemi essendo sulla parte anteriore della costruzione e non nella corte interna dove invece l’acqua ristagna (davanti a casa mia, invece, scorreva come se fosse un fiume…)…ovviamente, però, vista questa esperienza provvederò da solo ad acquistare qualche sacco di sabbia…non si sa mai, potrebbe fare comodo…Tutto il mio ragionamento non è ovviamente un critica sul momento, ma solo una piccola richiesta di prevenzione che non guasta, in quanto dalla terrazza potevo seguire le operazioni di soccorso su via Anita Garibaldi e non ho visto nessuno con le mani in mano!!!

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        • 7 Ottobre 2013 in 11:08
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          Certo che nessuno è rimasto con le mani in mano!
          Comunque, in questi casi, la prevenzione e l’intervento tempestivo e organizzato sono l’unica arma efficace.
          Riguardo ai sacchi di sabbia lungo l’Aurelia ho raccolto la testimonianza che sono stati presi dagli abitanti presso un’azienda del luogo, a loro rischio e pericolo essendosi mossi da casa in quei momenti drammatici.

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          • 7 Ottobre 2013 in 17:22
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            Questo non lo sapevo…pensavo che le avesse lasciate la Protezione Civile…

        • 8 Ottobre 2013 in 09:13
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          si hai visto bene lungo l’Aurelia i sacchi e erano presenti,
          ma sono stai acquistati privatamente a proprie spese da noi privati cittadini, nessuno ci ha aiutato e nessuno si è fermato ad aiutarci, abbiamo fatto tutto da soli

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          • 8 Ottobre 2013 in 10:30
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            Grazie, Simona.
            Ti invito a scrivere la vostra esperienza, in modo da raccogliere tutte le segnalazioni e soluzioni possibili. Come Comitato SOS Braccagni faremo una relazione da sottoporre alle autorità.
            Le cose si possono cambiare!!! Il Comitato ne ha già dato prova. Forza, muoviamo questo paese!

          • 8 Ottobre 2013 in 10:35
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            Ripeto avevo visto i sacchi di sabbia e pensavo che li avessero lasciati (un po’ come avviene con il sale lungo le strade di montagna), giustamente è stato fatto notare che ciò non è avvenuto e che sono stati acquistati privatamente. Detto questo ho personalmente telefonato al Sindaco chiedendo un sopralluogo della protezione civile per spiegare che con qualche sacco di sabbia almeno alcune situazioni di disagio possono essere risolte…Non tutti potevano immaginare che cosa può accadere con più di 200 mm di acqua che cadono in poche ore. Ovvio è che molti cittadini si attiveranno da soli, anche io lo sta facendo, ma credo che con un po’ di prevenzione ed al costo di qualche soldo pubblico per fornire i sacchi di sabbia si risparmierebbero poi tanti interventi costosi dopo che il danno, purtroppo, si è verificato…Il Sindaco si è immediatamente attivato e spero che nei prossimi giorni – o nelle prossime ore- qualcuno si faccia vivo…

  • 7 Ottobre 2013 in 08:13
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    Girando per il paese ho ascoltato la voce di molti abitanti, l’argomento che mi è stato ripetuto più spesso riguarda le manutenzioni. Pulizia e adeguatezza delle fogne, sfalcio e spazzamento giardini e marciapiedi.
    La critica maggiore è verso il taglio delle erbacce che infestano i marciapiedi e le strade, chi ha in appalto i lavori procede al taglio poche volte all’anno (sicuramente nel rispetto del contratto) quando l’erba è piuttosto consistente (in altezza e dimensione), lasciando lo sfalcio lungo i marciapiedi. Questo materiale che non si biodegrada velocemente, finisce insieme agli aghi di pino nelle caditoie, intasandole.
    Inoltre, il paese non è più quello di 30 anni fa, siamo sicuri che la dimensione delle fognature sia adeguata al carico odierno? Non sarebbe utile un intervento di potenziamento considerate le numerose case costruite?
    Capitolo a parte meriterebbe la campagna, ma le problematiche sono simili, adeguatezza delle infrastrutture e loro manutenzione.
    Altro problema incontrato, come accennato da Nello, riguarda le competenze: non sappiamo (o meglio non sanno) di chi è la proprietà e quindi la competenza di importanti canali che dovrebbero far defluire le acque da Braccagni, ad esempio il canale che costeggia la S.S. 1 Aurelia (4 corsie) che in lunghi tratti si presenta come una selva e che, sicuramente, non ha assolto la sua funzione.
    Poi ci sono le idrovore: hanno funzionato? Circolano strane voci!!
    Un’ultima cosa, smettiamo di parlare di evento eccezionale, perchè ce lo stiamo ripetendo da anni … non è più eccezionale!
    Questi eventi stanno semplicemente mettendo in evidenza gli errori del passato, per i quali non possiamo certo tornare indietro, ormai i seminterrati ci sono. Quello che dobbiamo fare è trovare tutti insieme le soluzioni da mettere in campo, ascoltando gli abitanti, gli agricoltori, i nostri “vecchi” che hanno costruito in maniera più sapiente.
    Con tutto il rispetto ma non abbiamo bisogno di professori che ci vengano a dire quello che è meglio per noi e che sulla base di studi ci rassicurino che è tutto a posto.

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    • 7 Ottobre 2013 in 08:32
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      Credo che insieme alla viabilità, sensi unici, la questione fogne e riassetto idrogeologico per mettere in sicurezza un intero paese, siano le priorità di Braccagni, e se la PA non riesce a risolvere i problemi, bisogna tirarci su le maniche e in modo costruttivo trovare soluzioni e proporle a chi di competenza, prima con le buone e in spirito di collaborazione, poi se rimaniamo inascoltati, con gli strumenti che la legge ci mette a disposizione.
      A Braccagni c’è un Comitato SOS Braccagni che ha già vinto una battaglia che tutti, i suoi membri per primi, agli inizi credevano impossibile… quindi penso che il Comitato se ne debba subito, con urgenza, occupare, e parlare con la gente. Sul piano giuridico, il rimpallo sulla proprietà dei fossi è una scusa che non vale… per usare terminologia semplice e comprensibile a tutti.

      La legge è chiarissima e non ci sono possibili interpretazioni contrarie… non ci sono scuse… basta leggere il codice civile:
      Articolo 897. Ogni fosso interposto tra due fondi si presume comune. Si presume che il fosso appartenga al proprietario che se ne serve per gli scoli delle sue terre, o al proprietario del fondo dalla cui parte è il getto della terra o lo spurgo ammucchiatovi da almeno tre anni. Se uno o più di tali segni sono da una parte e uno o più dalla parte opposta, il fosso si presume comune.

      Questo vale anche quando il fosso confina con la strada, c’è comproprietà, e uno dei proprietari sia una PA che è responsabile della strada. Quindi la regola è:

      La proprietà e di conseguenza gli oneri per la sua pulizia, salvo pagare i danni causati da fossi che non ricevono acqua perchè non tenuti puliti, è presunta per legge, è dei confinanti. Entrambi sono obbligati a tener la fossa pulita. Questo salvo che uno dei due abbia la prova che l’altro è proprietario esclusivo.

      Non basta ai confinanti il sostenere che non sanno di chi sia la fossa, lavandosene le mani o facendo a scaricabarile …. ne dire che non è loro, ci vuole la prova che non è loro, perchè senza prova, la legge dice che è di entrambi …

      Se la fossa non viene tenuta pulita, i danni che subisce la popolazione civile, i privati, se causati dall’acqua che esonda per colpa dei cespugli e degli alberi cresciuti nella fossa, è di entrambi fino a prova contraria… e i privati possono rivolgersi ai proprietari per essere risarciti.

      Quindi il Comitato potrebbe farsi promotore di una raccolta documentata da testimonianze e fotografie, dei danni subiti dalla gente, e poi consigliare come avanzare una formale e cumulativa richiesta di danni al gestore della strada la cui fossa confina con l’area di sua competenza, questa, se non potrà dimostrare che la fossa non è sua, dovrà risarcire i danni per la mancata manutenzione.

      Rispondi
      • 7 Ottobre 2013 in 08:57
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        All’raticolo del codice civile si aggiunga lo statuto del Consorzio di Bonifica Grossetana, che dovrebbe, d’accordo con la Provincia di Grosseto, eterna assente a Braccagni salvo quando c’è da costruirci mostri come il polo logistico… dovrebbe, dicevo, monitorare a fare progetti, realizzandoli, per evitare proprio le alluvioni almeno nei centri abitati: Il regolamento del Consorzio lo si legge scaricandolo da questo sito: http://www.bonificagrossetana.it/cms/index.php/statuto-e-regolamenti?id=105
        leggete l’articolo 2.

        Rispondi
        • 7 Ottobre 2013 in 09:05
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          Non ho menzionato il Consorzio Bonifica, in quanto mi risulta che non abbia in carico la manutenzione dei canali in questione (vedi altra mia risposta), ma anche questo è da verificare.
          Certo è che il reticolo idraulico di sua competenza intorno a Braccagni è significativo.

          Rispondi
          • 7 Ottobre 2013 in 09:29
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            Dobbiamo purtroppo metterci la testa noi, altrimenti se aspettiamo gli altri, non sapremo mai chi è competente e responsabile, di certo non si può tollerare il rimpallo quando di mezzo c’è la sicurezza di un intero paese.

      • 7 Ottobre 2013 in 08:59
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        I canali ai quali mi riferivo sono in cemento, non si tratta di fosse in terra, quindi credo siano state costruite per regimare le acque a seguito della costruzione della 4 corsie. Questi ricevono le acque da monte, passono sotto la strada per Montepescali e la portano al canale allacciante che si trova all’altezza del vecchio distributore di benzina, ben lontano dall’abitato di Braccagni.
        Logica vuole che le abbia costruite il proprietario della strada. Nel rimpallo di competenze, come dici, finiscono l’Anas, il Comune e la Provincia (ci potrebbero essere stati passaggi, io costruisco poi cedo a te). Comunque per la PA non dovrebbe essere difficile risalire al proprietario, poi il resto si vedrà.
        Intanto il Comitato si mette a disposizione degli abitanti come interlocutore con la Pubblica Amministrazione, in modo da far arrivare tutte le problematiche e possibili soluzioni.
        Le pagine di questo blog potrebbe essere un mezzo semplice, adatto a ricevere tutte le istanze. Quindi invito tutti i cittadini a farsi avanti e scrivere le loro osservazioni e lamentele ma anche possibili soluzioni. Dobbiamo essere propositivi!

        Rispondi
        • 7 Ottobre 2013 in 09:09
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          In questi casi, chi ha ricevuto danni per canali sporchi e non puliti, deve documentare i danni e chiederne il ristoro a chi ritiene sia responsabile, nel caso di cui parli te, sembra che siano i titolari delle strade, questi non potranno rispondere dicendo che la responsabilità non è loro ma dovranno obbligatoriamente documentare, dare la prova , che loro non sono i proprietari, cosa che reputo difficile, penso anche io che, visto lo stato dei luoghi, siano loro i proprietari, ma per riprova basta vedere i limiti delle aree di esproprio, anche al catasto devono esserci le particelle ben individuate.. e poi gli atti di esproprio sono atti pubblici che l’ente deve avere… insomma, voglio dire, o le PA interessate provvedono, o abbiamo, come cittadini, la legge dalla nostra parte per farli intervenire . Comunque siccome siamo in periodo di crisi e i soldi son pochissimi, visto che già si sono messi a disposizione per trovare una soluzione, ritengo sia importante collaborare costruttivamente, il ricorso alla forza (leggi legge) viene solo se alla fine non veniamo ascoltati.

          Rispondi
  • 7 Ottobre 2013 in 06:11
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    Rispondo in parte a Mezzamestola. L’uso dei seminterrati è dovuto a leggi edilizie comunali. La palazzina in cui abito fu costruita dopo le Case Rosse (nel 1973-74) ed allora (non so se anche oggi) nella zona, ora via R.Pilo , il limite massimo dell’altezza esterna era di 7,4m (interna minimo di 2,8m), te che hai anche esperienza, sia professionale odierna che di edilizia in gioventù, capisci che gioco forza se volevamo il garage dovevamo andare sottoterra. Secondo me altre sono le cause che, se non azzerare l’evento di sabato, lo avrebbero sicuramente ridotto (la pioggia nelle 5 ore era di una quantità e violenza che non ho ricordanza e sì che ho vissuto l’alluvione del 1966). In primis il problema fognario, basta uno scroscio con più violenza, che da via Andreoli alla stazione si forma un lago. Qui deve intervenire gioco forza il comune, trovando una soluzione (dico una cavolata, ma ripristinare in maniera adeguata, lo sfogo , all’altezza del passaggio a livello, verso il canale sottostante la ferrovia, quello che riprende in maniera nauseante in via Ponte Rigone, servirebbe a smaltire l’acqua dalla via). La pulizia delle strade è inadeguata (documentata anche in altro post su questo blog) soprattutto per quanto riguarda gli aghi dei pini che intasano le cavitoie rendendole inefficaci (ci sono stati in via Sgarallino per moltissimi giorni, solo il ritorno dell’abituale operatore ecologico, ignorantemente lo spazzino, ha prodotto un certo effetto, ma in poche ore non poteva fare molto. Mi ricordo poi che anni addietro, a fine estate, con i mezzi e i dipendenti del comune, venivano ripulite le fogne stradali in modo da poter assorbire, senza problemi, le prime piogge autunnali. Questa volta poi è stata colpita, dopo tanti anni, anche la via Aurelia. Dopo la costruzione della Variante era norma che un mare di fango si abbattesse dal Castello, attraverso i sottopassi di S.Rocchino e della comunale per Montepescali, poi fu fatta una canalizzazione (mi sembra si chiami allacciante) che smaltiva le acque verso la strada delle Gerlette. Ora questa è completamente invasa da arbusti (euforismo) che la rendono efficace solo quando piscia la gallina, sabato è piovuto a catinelle e tutti sono andati sottacqua (non solo i seminterrati), o meglio, sotto idrocarburi perché, pur non essendoci oleodotti o depositi ufficiali, gasolio ne è venuto in abbondanza. Quello dei fossi è però un problema grosso: quello da me menzionato, non si capisce bene di chi sia o chi abbia la gestione, ma per quelli lungo le strade sono ben chiare le responsabilità: divise a metà fra il gestore stradale ed il frontista, ma nessuno fa niente. E poi si piange…., come sulle spese milionarie delle idrovore ai Pratini che sono però messe lì per bella figura, visto che , notizia di stampa, anche questa volta qualcuno ha rischiato per andare a Sticciano.
    Ultima annotazione, poi se la discussione continuerà riprenderò, ma chi dà i permessi per costruire dove sta, solo in ufficio? Non è per fare ulteriore polemica (visto che la penso così per la viabilità), ma via Guelfi è senza sfondo, in pendenza, è chiaro che lì l’acqua ci ristagni, come è chiaro, che sia molto difficile far andare via l’acqua (quando piove con intensità) dai vialetti interni della lotto fra via Andreoli e via A.Garibaldi (vialetti che, pur essendo dotati di numero civico, quindi riconosciuti dal comune, pare siano fuori dall’appalto ex Coseca per la loro pulizia).

    Rispondi
  • 6 Ottobre 2013 in 18:31
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    L’unica consolazione è che in via Malenchini l’acqua non andava contromano. Scherzi a parte, se non puliscono le fosse, se non regimentano diversamente l’acqua, il paese sarà sempre esposto a questi allagamenti. Mi chiedo poi, chi ha avuto la gran bella idea di fare, a Braccagni, i garages e le cantinette sotto terra, quando già nel 1960 quando costruirono le case rosse, lo fecero sopraelevandole di 30 cm dal piano di campagna , e facendo i garages altri 20 cm più alti, un motivo ci sarà stato… ; poi le alluvioni che si sono verificate negli anni, non hanno insegnato niente e così si è permesso di costruire ancora locali interrati sia nelle villette di via Anita Garibaldi che in quelle della zona nuova che va dal campo sportivo ai carabinieri e dietro di loro. Insomma chi ha comprato poi, non sapendo che poteva succedere il peggio, si è ritrovato a dover fare i conti con questi problemi… le cose sono due, ho chi deve fare i lavori di manutenzione e di regimentazione delle acque non fa il suo dovere, o chi da i permessi peer costruire interrati in luoghi così a rischio sbaglia….. se la zona periodicamente si allaga, qualcuno sbaglia ed ha sbagliato, e poi paga solo chi non ha colpa. La mia solidarietà a tutti i compaesani danneggiati e che hanno preso uno spavento.

    Rispondi
    • 7 Ottobre 2013 in 07:27
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      Ti ringrazio tanto per la tua solidarietà.Io abito in via Andreoli e ho avuto mezzo metro di acqua in garage la macchina per miracolo era parcheggiata in garage ma è partita e non si è bagnata dentro ma altre cose hanno galleggiato e il soffitto ora è bagnato mentre altri della mia palazzina hanno avuto danni peggiori.Mi domando pure io chi ha avuto la bella idea di di fare garage sottoterra.Io con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Braccagni nel 2005 ma non immaginavamo che appena piove un pò di più si allaga tutto tra l’altro se noti appena ci sta un piccolo temporale si toglie la corrente .Sabato sera invece si è tolta ma non come sempre chissà perchè .anche io sono vicina alle persone del paese colpite dall’alluvione e gli abbraccio forte.

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