4994 (quattro nove novantaquattro)

Sono passati vent’anni da quel 4 settembre ‘94 quando ho preso in braccio Fiammetta ed abbiamo salito le scale di casa da novelli sposi.

Dopo una giornata meravigliosa contraddistinta da una funzione religiosa emozionante, non solo per il passo che stavamo compiendo ma grazie all’affetto della comunità di Montorsaio e degli amici della Nave; conclusa con una festa semplice, resa fantastica da parenti e amici che ci hanno regalato momenti commoventi, eccitanti e di grande spensieratezza.

Salire quelle scale non significava aver concluso la giornata: iniziava l’ultimo gioco, l’ultima caccia al tesoro. Quella caccia che era iniziata per la festa di addio al celibato e nubilato, dove l’ultimo indizio mi lasciò perplesso (anche un po’ preoccupato) nel trovare le parole di Dante (purgatorio, canto XXVI):

“La gente che non vien con noi, offese
di ciò per che già Cesar, triunfando,
‘Regina’ contra sé chiamar s’intese:”

che nascondevano il locale dove trovammo l’altra metà di noi stessi, quella metà che avremmo sposato di lì a pochi giorni.

Mancava l’ultimo gioco, l’ultimo agguato degli amici che sbucavano dalla siepe del parchino di via Sgarallino. Un biglietto: “Finalmente la prima notte ma se non trovate più la chiave della camera da letto vi potrebbe essere utile un catino e … tanta pazienza”. Un migliaio di bicchieri colmi d’acqua coprivano il pavimento, il resto della casa piena di palloncini, la camera da letto chiusa a chiave. La caccia si concludeva nel congelatore, una bottiglia d’acqua ghiacciata conteneva la chiave della camera!

Siete stati fantastici, la sigla di apertura del meraviglioso film di Fabio e Fiammetta, quella della vaschetta di via Inghilterra, anche se per i gemelli …. Vi portiamo tutti nel cuore, anche se il correre della vita ci ha allontanato.

L’indomani ci siamo svegliati per la prima volta a Braccagni, un paese da scoprire. Un paese che, ad un mese esatto dal nostro arrivo, veniva scosso da un tragico lutto. Non so perché ma quel fremito che percorse il paese lo abbiamo avvertito e, in qualche maniera, ci ha segnato.

Il tempo è passato. Piano, piano si sono allentati certi legami con il nostro passato e, con la nascita di Irene, abbiamo iniziato a vivere più assiduamente il paese. Spingendo un passeggino è stato più facile conoscerlo. Così, Irene è stata oggetto dei complimenti di Latino, che sarebbe diventato “nonno Latino”, ma anche di Pierino, di Volturno, di Ada, di Laura e molti altri volti che hanno caratterizzato le nostre passeggiate.

Anche se ti si rompe il televisore scopri il paese, giri l’angolo infili in un garage e non ci sono problemi.

Poi inizia l’asilo e si allarga il giro delle conoscenze. Capita che al compleanno di Ludovico (allora fidanzatino di Irene) ricevo l’invito ad una riunione; così scopro la Braccagni sotterranea, underground direbbe il Teti, e riscopro il piacere della tradizione del canto del Maggio e molto altro.

Mi fermo qui, non me ne vogliate se non nomino altre persone o fatti, ma dietro quel “molto altro” ci sono altri tredici anni che hanno visto nascere Francesco e il ripetersi di quel rito, con nuovi luoghi e nuovi volti. Anni fatti di nuove conoscenze, di tristezza per la perdita di persone entrate nei nostri affetti, di confronto, di lotte, di gioie, incomprensioni e arrabbiature, è il gioco della vita e l’ho affrontato sempre con onestà e buona fede. Il confronto e le opinioni diverse devono essere costruttivi, devono innescare le grandi potenzialità di questo paese e della sua gente e portare avanti quanto è stato costruito negli anni da uomini e donne che ci credevano.

Questi anni hanno generato in noi un senso forte di appartenenza a questo paese, definito “non paese” ma che io vedo come una matrioska … dentro, un paese c’è, basta cercarlo.

Per finire, ripercorro indietro le mie emozioni, come si può fare con quel 4994, passando per Francesco e Irene che spero siano, come si dice, i bastoni della nostra vecchiaia (per me anche un po’ cani guida), per ritornare al coprotagonista di questo film, a Lei, l’altra metà del mio cuore: Fiammetta.


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3 pensieri riguardo “4994 (quattro nove novantaquattro)

  • 7 Settembre 2014 in 09:28
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    Ok , tutto bello e belle parole. Ma ora visto che siamo tornati aspettiamo un buon prosecchino……. augoroni ragazzi (per modo di dire ahahah)

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  • 6 Settembre 2014 in 23:28
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    Bravo Fabio, bella e lodevole. Mo’ te tocca da offri’ da bere 🙂

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  • 4 Settembre 2014 in 15:17
    Permalink

    Riflessione personale su 20 anni di vita a Braccagni.
    Scusate se mi sono permesso … in genere non ne azzecco una!

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