Suonata la prima campanella nella pluriclasse di Braccagni
Ci siamo arrivati. Primo giorno di scuola e quello che poteva essere un rischio, questa mattina, si è concretizzato. Nella scuola elementare di Braccagni è stata istituita una pluriclasse fra i bambini della 2^ e 3^, ed una fra quelli di 1^ e 5^ (??). Tutto si è consumato nel silenzio, molti genitori hanno appreso la notizia proprio al suono della prima campanella, e nell’assoluta indifferenza delle istituzioni che hanno trattato i bambini che si affacciano nel mondo dell’apprendimento alla stregua di semplici numeri.
Dalla stampa si apprendono le parole del Ministro all’Istruzione Profumo «Il nostro obiettivo – ha detto – è creare un sistema formativo più equo capace di fornire un’alta qualità della formazione e di formare i cittadini del domani per i quali il mercato del lavoro non potrà essere solo italiano ma almeno europeo o internazionale». Tutto questo si scontra con i tagli operati dal governo e, anche se Profumo annuncia aumenti nelle risorse da destinare alla scuola, intanto a Braccagni si taglia. Lo spred … lo spred!!
Non che sia contrario a prescindere alla pluriclasse, questa esperienza va verificata e poi valutata, ma certamente non è un lavoro semplice per le insegnanti, chiamate a svolgere contemporaneamente, con alunni di diverse età, programmi diversi, nella speranza che non siano costrette, loro malgrado, a restringere il programma di ogni singola classe. Tutto questo a detrimento dei bambini che vivrebbero in modo poco produttivo lo spazio culturale offerto dalla scuola. Naturalmente, conoscendole, confido nella professionalità delle insegnanti che, sono sicuro, si impegneranno al massimo. Certo, in una scuola fatta di precariato e tagli, gli stimoli e l’entusiasmo sicuramente non caratterizzano chi opera nella scuola. Credo che risulterà fondamentale anche il ruolo delle famiglie nel supportare il lavoro svolto in classe, magari costituendo un comitato di genitori che potrebbe avere voce nei consigli di circolo ed istituto (http://www.genitoriescuola.it/page.php?13).
Quello che non mi torna è che, in una realtà come il bacino demografico del territorio afferente a Braccagni e Montepescali, si sia arrivati a questa situazione. Braccagni ha visto negli ultimi decenni un forte sviluppo edilizio e non somiglia affatto ad una piccola realtà afflitta dal fenomeno della denatalità. Le ragioni allora vanno cercate altrove, probabilmente nel comportamento di noi genitori che, forse per comodità rispetto alla sede di lavoro o pensando ad un’offerta migliore, abbiamo portato i nostri figli a Grosseto, in classi affollate, piuttosto che preferire classi a misura di insegnante e con un migliore rapporto con l’alunno.
Anche la politica ritengo abbia le sue responsabilità, progettare lo sviluppo di un paese e poi assistere al taglio dei servizi sul territorio, e non mi riferisco solo alla scuola, non è certo lungimirante e non invita i cittadini ad abitare e vivere quelle realtà.
Svolgo il mio pensiero, senza voler accusare nessuno, portando una riflessione serena, in fin dei conti siamo in piazza … seppur virtuale.
Concludo, da genitore e cittadino di Braccagni, dicendo responsabilmente che preferisco la pluriclasse piuttosto che veder soppressa una classe, anticamera, viste certe politiche, della chiusura di una scuola che, invece, andrebbe difesa e valorizzata. Come? Iscrivendo i nostri figli.
-- Download Suonata la prima campanella nella pluriclasse di Braccagni as PDF --
L’argomento era già stato affrontato in questo blog ed in prima battuta non ero felicissimo di questa possibilità. Ovviamente alla fine, siamo sempre costretti, fra due mali a scegliere il minore ma la mia posizione rimane comunque critica nei confronti delle politiche scolastiche. Il futuro si costruisce sui banchi di scuola e questo non significa che i nostri figli debbano essere tutti laureati.
Alla fine Braccagni subisce un taglio notevole, in quanto le pluriclassi risulteranno due (2^- 3^ e 1^- 5^), fino a quando non inizia il tempo pieno lavorano in classi separate ma dopo dovranno obbligatoriamente unirsi.
Anch’io sono critico sulla politica scolastica, tu, Fabio, la vivi in prima persona con i due figli che, se non erro, sono sempre nella scuola dell’obbligo e quindi dovrai soffrire per molti anni ancora, io fortunatamente ne sono quasi fuori, perchè mia figlia pur avendo subito fregature (l’anno scorso saltò le sessioni d’esame estiva e autunnale perchè alla Sapienza volevano prendere più soldi, per me è la morale) entro i primi mesi del prossimo anno sicuramente prenderà la triennale, e, anche se la decisione era stata presa in tempi non sospetti, aspetta a gloria di poter iniziare la specialistica alla IULM, cioè in una struttura privata (tanto babbo, almeno ad oggi se lo può permettere, anche “ad collo torto” in quanto è di Mediaset, quindi….)
Purtroppo da anni ormai (e non è solo la causa dei governi Berlusconi e/o Monti) ci stiamo portando verso una politica sociale, sanitaria , culturale etc. in cui si privilegia il privato (vedi al buffonata del mese scorso in cui hanno cercato di dare soldi statali alle università private e spiccioli a quelle pubbliche) ergo: se hai i soldi ottieni tutto, se non li hai sopporta….
Sul Tirreno odierno c’è l’intera terza pagina dove sono riportate nefandezze sulla scuola che un tempo, dai più ora criticato, nessuno si sarebbe permesso: bambini lasciati all’uscita di scuola , dove solo il buon senso di qualche bidello ha scongiurato il peggio; ragazzi che hanno trovato la porta dell’aula chiusa perchè s’erano dimenticati (non vado a vedere le cause, che possono essere dovute alla memoria o, visti i tempi, alla crisi) di confermare l’iscrizione a luglio; altri 11 (e questi sono maremmani) pur iscritti regolarmente respinti perchè la classe sarebbe stata troppo numerosa (come una classe con i 33 alunni rimasti non lo fosse).
Una volta, sempre in quei famosi tempi, si chiamavano fortunati gli amici che in classe erano pochi, oggi quegli 11 esclusi chiamano fortunati gli altri 33.
Ma purtroppo, se non ci sentiamo novelli Don Chisciotte o Masianello, non sappiamo a che santo voltarsi: i politici pensano solo alla difesa del loro seggiolone, convinti che i pecoroni (noi) al momento opportuno si dimenticano le fregature subite e, proprio come pecore, faranno la croce sempre sullo stesso simbolo “perchè gli altri sono peggio”; non so se ti sei accorto che anche i sindacati sono latitanti, addirittura si litigano al loro interno, sui problemi che ci investono e sono diventati più uffici di commercialisti (vedi CAAF) e vivono benone con quegli introiti e non gli frega niente se perdono tessere (in pratica fanno come i presidenti delle squadre di calcio, quelle alte, che piangono in pubblico pei pochi abbonamenti, ma sono sempre a raccattare più soldi dalle televisioni).
Ecco perchè, ritornando all’argomento scolastico, penso che la soluzione di Braccagni è quella migliore per il paese (ripeto paese) ed i genitori: evitare la pluriclasse voleva dire portare i bambini di 2^ e 3^ a Grosseto, quindi un buco sicuro per i prossimi tre anni (ma mi par di capire che anche in 1^ ci sia una situazione simile), risultato finale fra due anni , terminato il ciclo di quelli in 4^, la scuola verrebbe chiusa e credo definitivamente.
Alcuni mesi fa, non ricordo se su questo o sull’altro blog paesano, venne fuori la storia della pluriclasse. Nel commento che feci, contrastato poi nella discussione successiva, dissi che era meglio la pluriclasse ad un eventuale trasferimento degli alunni ad altra scuola, perchè questo con il tempo avrebbe determinato la chiusura della scuola stessa. Non entrai nel dettaglio fatto da Carlo, sebbene ne fossi perfettamente a conoscienza (è figlio di mia sorella), solo perchè, come dice fabio nel suo articolo, la cosa funzioni deve esserci la professionalità delle insegnanti e, non conoscendole, non volevo lanciare accuse o elogi per non colpire la suscettibilità. Noto con piacere che anche Patrizio si sia portato verso la mia stessa idea.
Reputo che la scelta fatta dalla Direzione Didattica vada nel verso giusto, ma mi dispiace che si sia giunti a questo passo. Purtroppo nella disamina Fabio ha ragione, allo sviluppo edilizio del paese, non è seguita la sua vivibilità: Braccagni s’è ridotto a periferia dormitorio e, rimanendo nell’ambito scolastico dove pure esiste il tempo pieno, molti genitori si trovano costretti, causa lavoro, a portare i figli a scuola a Grosseto. Non è una bufala, ma in quasi tutti i plessi elementari della città c’era (c’è tuttora forse in altra forma) la possibilità di lasciare i figli a scuola ben prima dell’orario di apertura, volontari del Filo d’Argento (anziani AUSER)li prendevano in custodia fino all’arrivo degli insegnanti. Qui ciò non avviene (e devo dire che non c’è nel DNA dei nostri anziani tale volontariato), per cui i genitori trovano utile sfruttare il sistema, con la determinazione finale della situazione creatasi.
Giusta la considerazione di Fabio! Meglio la pluriclasse che perdere la scuola perché i bambini non vengono iscritti a Braccagni. Sul metodo didattico ci sono varie teorie. C’è chi per principio ne è contrario e chi, come mia mamma, che è stata maestra per oltre quaranta anni, ritiene ancora oggi che la pluriclasse una risorsa più che un freno, nel senso che se qualche bambino è rimasto indietro ed è nella classe avanti può recuperare con un po’ più di tempo, mentre chi è nella classe indietro, ma è particolarmente brillante può già affacciarsi ai programmi dell’anno successivo. Insomma come si vede alla fine contano sempre le esperienze e, magari, la bravura delle maestre nel riuscire a gestire la pluriclasse. Personalmente ricordo che a Braccagni del mio anno avevamo due sezioni, la A e la B. Le maestre di matematica, ad esempio, più che lavorare sulla singola sezione, fecero due gruppi mischiando i ragazzi in base alle loro capacità. Dunque 14 lavoravano con un programma avanzato e 14 con uno in cui si andava più in maniera più lenta. Il risultato fu sicuramente positivo, considerando anche che del gruppo avanzato la gran parte non solo ha frequentato con buoni risultati le superiori ma in diversi abbiamo frequentato l’università giungendo fino alla laurea. Ovviamente dell’altro gruppo in molti hanno smesso dopo la terza media, però con una buona preparazione elementare, che ha permesso loro di giungere in fondo ai programmi dell’allora selettiva Pascoli senza perdere troppi anni, mentre chi come un diesel, grazie a quel tipo di lavoro, è uscito alla distanza ha frequentato le superiori senza particolare difficoltà.
Mi sembra una cosa di non poco conto, una di quelle che dovrebbero far allarmare i genitori, perchè se anche il prossimo anno mancheranno gli alunni, piano piano la chiudono, questo a chi gioverà poi? Non certo ai bambini e ai genitori, salvo uno non vada al lavoro a Grosseto è gli torni meglio portarsi il figlio con se e poi riprenderlo all’uscita. Non riesco a capacitarmi del perchè succeda questo, spero che i genitori interessati di Braccagni, oltre a trovare solidarietà anche in chi non ha figli da mandare a scuola, riescano a sensibilizzare tutti coloro che non portano i bambini a Braccagni per portarli in altre scuole , a rivedere le loro scelte in favore di una scuola piccola e per questo più…. a dimensione di alunno. Certo che anche la scuola deve però darsi da fare, le maestre e le bidelle, se si aspetta sempre che siano gli altri a risolvere i problemi, finisce che poi Braccagni perderà la sua scuola… che per me è un poco come perdere la sua chiesa, la farmacia, l’ufficio postale, gli alimentari, la banca… insomma spogliare il paese di quello che serve per viverci bene. Spero che qualcuno riesca ad analizzare le cause di questo e provi a trovare una soluzione.