Percorsi nella Memoria
Promuovere questi percorsi comporta l’identificazione di quei soggetti che a vari livelli contribuirono alla storia del proprio territorio. La raccolta di testimonianze, documenti e la verifica e l’analisi di questi è un percorso idoneo per rintracciare prima e ritracciare poi la memoria individuale e colettiva della Comunità oggetto di questo percorso.
Un ‘benvenuto’ quindi a tutti coloro che spinti dall’esigenza di scoprire le radici del territorio in cui vivono e al quale sono legati, contribuiranno e convoglieranno in questo percorso. La metodologia è semplice, ma varia a seconda delle predisposizioni individuali e nel relazionarsi con i soggetti che via via sono parte integrante del percorso. Ovvero i testimoni diretti e indiretti della storia locale. Il reperimento di testi, documenti e oggetti è il completamento e il supporto alla ricerca. Non vi è miglior testimonianza di quella orale, degli “occhi della memoria” perchè più d’ogni scritto, anche se di ‘livello’, riesce a trasmettere il pathos, lo spirito della vicenda narrata. Braccagni è una realtà ancora sostenibile e non dispersiva per ciò che riguarda questo percorso. Al lavoro dunque, per chi vuol intraprendere – speriamo in diversi – questo interessante percorso. Farlo insieme sarà stimolante. Garantito.
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già diversi anni fa,m’interessai ai soldati austroungarici prigionieri di guerra e come tali impiegati a lavorare presso le fattorie e i comuni della Maremma negli anni del primo dopoguerra (dal 1919 al ’23 circa).Oggetti,foto e in alcuni casi ‘eredi’(figli)ho avuto modo di trovarne nei dintorni di Grosseto.Penso che senz’altro,in sintonia con Nello,ci dovrebbe essere ancora memoria (e forse documenti)di quella particolare circostanza storica.Nel vecchio cimitero di Sterpeto (r)esiste un cippo eretto a memoria dei 96 austriaci morti nelle nostre zone con tanto di nomi(le salme vennereo traslate molti anni fa).Ben venga dunque chi vuole dedicarsi a questa ‘storia nella storia’ del nostro territorio..
Pensavo come al solito di essere il solito ignorante, ma mi consolo, peccato che non capisco un tubo delle parole usate da Birillo (e qui è grave, con questo nome conosco solo un bel batufolo bianco).
Riprendo in ritardo il commento di Robi e la risposta di Franz. Capisco i dubbi di Franz vuoi riguardo al paese, vuoi riguardo ai “sopravvissuti”. Nel primo caso ha ragione, Braccagni non esisteva, al più due o tre case, ma esisteva già la sua attuale campagna e so per certo che presso la Fattoria Grottanelli hanno lavorato fino agli anni venti prigionieri di guerra. Se erano alla Società, di sicuro c’erano anche agli Acquisti, quindi partendo dagli archivi, se esistono, di queste due aziende si potrebbe risalire alla economia locale dell’epoca e nel contempo si può dedurre che braccianti siano stati al fronte e/o, prendendo spunto anche da Robi, aumentare la produzione agricola per l’Italia in genere (non scordiamoci che le campagne del Veneto erano teatro di guerra) con l’uso di manodopera austro-ungarica, ma nel contempo, forse, vivere adeguatamente in zona.
Per quanto riguarda i sopravvissuti” in effetti penso che siano pochi se non ormai nulli, ma il figli sicuramente esistono ancora e ricordiamoci che all’epoca non esistevano i mezzi odierni e davanti al focolare i racconti si susseguivano e sono stati tramandati per anni. Io stesso da mia mamma a dai miei zii ho saputo dei prigionieri alla Società dove mio nonno era “barrocciaio”. Robi per questo chiama in causa Beppe, come memoria storica di Braccagni, io aggiungo Rodolfo Paladini, più giovane di beppe, ma come lui ha svolto per tutta la vita un lavoro (al Consorzio) a contatto dei contadini e di sicuro ha conosciuto sia reduci dell’epoca. Inoltre a Montepescali si può trovare molto anche negli archivi sia della Chiesa che degli Usi Civici (oltre chiaramente alla Cheliana). E’ vero, forse per la Seconda guerra è stato più facile, ma non credo che Schliemann nel 1870 per trovare Troia abbia chiesto qualcosa a Priamo o Enea, la storia(o leggenda?) dice che sia partito dalle opere di Omero, nel nostro caso partiremmo avvantaggiati. Franz, sbaglio ho la sera dell’inagurazione dicesti che tu , trentino o altoatesino non ricordo bene, iniziasti il tuo lavoro di archeologia moderna sulle tracce della Grande Guerra? Penso che anche partendo dalle tuo primo impegno si può giungere alla Piana di Braccagni e a Montepescali .
Se decidete di partire, sono disposto a dare una mano (lo avrei fatto anche l’altra volta, ma ho saputo tutto a cose fatte).
Mi sembra strano la musica è stata scaricata da un sito che pubblica solo contenuti senza diritti d’autore, comunque l’ho tolto.
Peccato che nostro Signore non ha messo il diritto d’autore sull’aria!
Ti consiglio di togliere la musica e ripubblicarlo. Per la musica liberamente scaricabile ed utilizzabile devi andare su questo sito dove il diritto d’autore è soggetto alla licenza creative commons http://www.creativecommons.it/autori-musicisti e se te lo bloccano gli piantiamo una grana come una casa… l’avvocato che si occupa di queste cose lo conosci.
Bello sarà bello, peccato che non va ” questo video include contenuti di finetunes,Rebeal digital ecc. ecc” fate qualcosa
Per stimolare l’argomento ho voluto pubblicare un video in omaggio a tutti coloro che hanno dato vita alla mostra: Memorie e Schegge di Storia. Spero apprezzerete.
Dobbiamo dare continuità ad un ottima intesa e partecipazione.
Grazie, Fabio.mi piace il montaggio delle immagini e anche la musica di sottofondo.”Lilì Marlène” è un canto tedesco che risale alla 1^ guerra mondiale.Durante la 2^ venne diffuso da Radio Belgrado,nella Jugoslavia occupata dai Tedeschi.Ebbe subito grande successo,cantata da Zarah Leander,poi da Marlene Dietrich.Fu tradotta in molte lingue.la versione italiana dl tempo di guerra si diceva che portasse sfortuna.
Sono io che ti devo ringraziare, il colpo di classe me lo hai suggerito con “sag mir wo die blumen sind” … non ho parole … solo quelle della canzone.
Si in effetti questo porterebbe a ricreare una ‘cartografia’ che evidenzi le famiglie che vennero in Maremma in quegli anni, e da questa poi partire per scrivere le storie della zona; ci sono libri interessanti da tener presenti come quelli scritti da Menotti Bennati; testimonianze dirette, poi credo che a Braccagni un importante memoria storica vivente sia quella del Caloni, ma ci sono ancora alcuni anziani nei poderi da andare ad ascoltare.
Siamo con Franz, facciamo che la splendida mostra fatta con Gruppo Tradizioni Popolari Galli Silvestro non rimanza un faro isolato ma sia il faro di testa di un locomotore che traina un lungo treno di ricordi. Braccagni e’ un pase giovane e questo e’ forse uno dei motivi scatenanti la passione di molti per raccogliere i ricordi di queste vite. Mi piacerebbe avere un quadro storico di quello che fu’ il periodo che poi porto’ alla Grande Guerra e poi una considerazione: alla fine qui non se la sono cavata malissimo rispetto magari ad altre parti d’Italia.
bene Robi, ma se parliamo di Grande Guerra (’15-’18) andiamo ancora più indietro nel tempo e i testimoni sono ormai tutti scomparsi anagraficamente. Interessante invece sarebbe partire dagli anni’30 quando Braccagni conobbe un’espansione dovuta all’insediamento di nuovi soggetti provenienti -come nel resto della Maremma- dalle province dell’aretino (Casentino). Creare insomma un ‘album di famiglia’ allargato.
bene Robi, ma se parliamo della Grande Guerra (’15-’18) il percorso è interessante ma si è più lontani nel tempo. I testimoni sono tutti anagraficamente scomparsi, probabilmente Braccagni era un nucleo di pochissimi poderi e il tessuto abitativo è cambiato. Molti degli attuali abitanti si sono insediati negli anni ’30 – periodo della bonifica – e provenivano dal Casentino, dall’aretino e altre zone distanti. Sarebbe interessante partire con un’indagine dei primi insediamenti per focalizzare lo strato sociale e le vicende dei vari nuclei. Un “ritratto di famiglia” allargato, insomma.
Un ‘benvenuto’ quindi a tutti coloro che spinti dall’esigenza di scoprire le radici del territorio in cui vivono e al quale sono legati,contribuiranno e convoglieranno in questo percorso.La metodologia è semplice ,ma varia a seconda delle predisposizioni individuali e nel relazionarsi con i soggetti che via via sono parte integrante del percorso.Ovvero i testimoni diretti e indiretti della storia locale.Il reperimento di testi,documenti e oggetti è il completamento e il supporto alla ricerca.Non vi è miglior testimonianza di quella orale,degli ‘occhi della memoria’ perchè più d’ogni scritto,anche se di ‘livello’,riesce a trasmettere il pathos,lo spirito della vicenda narrata.Braccagni è una realtà ancora sostenibile e non dispersiva per ciò che riguarda questo percorso.Al lavoro dunque ,per chi vuol intraprendere -speriamo in diversi-,questo interessante percorso.Farlo insieme sarà stimolante.Garantito.