CHE CI FANNO OTTANTA LAMPIONI ACCESI NELLA CAMPAGNA DI BRACCAGNI?

L’Italia dal Satellite – Immagine NASA

La domanda se la pone Michele Scola, Presidente della Sezione di Grosseto di Italia Nostra, che prosegue in un comunicato:

E’ noto a tutti che l’elettricità è la forma più preziosa di energia che esista. Spendiamo cifre colossali, che vanno a pesare sui nostri bilanci pubblici, per rifornirci del petrolio e del gas occorrenti per produrla, per non parlare dell’elettricità acquistata dalle centrali nucleari estere. Logico che, considerata la difficile situazione economica e finanziaria in atto, si cerchi in ogni possibile campo di incentivare i risparmi energetici, evitando in modo particolare gli sprechi di elettricità.
Ora, se questo è il dovere civico al quale tutti noi dobbiamo prestare attenzione, c’è un misterioso fenomeno in atto nelle vicinanze di Braccagni, più precisamente nel luogo dove dovrebbe sorgere il Polo industriale, che ameremmo ci venisse chiarito. In quel luogo di aperta campagna c’è un’area, ampia diversi ettari, attraversata in tutte le direzioni da un interminabile, geometrico incrociarsi di strade, tutte quante affiancate da file di altissimi, potenti lampioni. Ne abbiamo contati circa 80.
Tutte le sere quei lampioni vengono accesi, e dai borghi collinari del circondario, da Montepescali a Buriano, da Giuncarico a Montemassi, si assiste alla visione fantasmagorica di una luminaria che, agli ignari e meravigliati spettatori, fa pensare che in Maremma sia giunta una delegazione del Carnevale di Rio. Ma un’amara delusione si preparerebbe per chi, desideroso di ravvivare le proprie sonnolente serate, si  precipitasse sul posto sperando di assistere a una sfilata di sambiste in topless.  Quegli 80 poderosi lampioni, infatti, illuminano a giorno il nulla di una prateria incolta. C’è perfino un’irreale fila di lampioni piantati nei campi, in mezzo alle erbacce: sono accesi anche loro. La strada, forse, la faranno in futuro. Qualcosa da illuminare, in quel deserto, a dire il vero c’è: un capannone, disperatamente solo, l’unico a perdita d’occhio nel vuoto della campagna. Sorge il dubbio che 80 lampioni accesi tutti assieme per quel solo insediamento logistico siano un po’ troppi.
Gradiremmo avere alcune informazioni dai responsabili. Prima domanda: chi paga la stratosferica bolletta di quella sconsiderata luminaria? Se è il solito Pantalone, come sospettiamo, i responsabili sono pregati di porre fine senza indugio a quell’ennesimo  spreco di denaro prelevato dalle nostre povere tasche. Se la bolletta fosse invece a carico interamente di privati, pensiamo che comunque non sia corretto sciupare preziosi megawatt elettrici per illuminare a giorno ettari di campagna incolta.
Cogliamo l’occasione per segnalare che, mentre a Braccagni l’elettricità si spreca,  molte strade del capoluogo sono scarsamente illuminate, con grave pregiudizio per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti. Se proprio ci fosse un surplus di energia elettrica, perché non usarla in certi viali bui di Grosseto?


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11 pensieri riguardo “CHE CI FANNO OTTANTA LAMPIONI ACCESI NELLA CAMPAGNA DI BRACCAGNI?

  • 16 Aprile 2012 in 06:15
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    Ricordavo a grandi linee la legge regionale (l’ho “incontrata” quando lavoravo) e ritengo che sia stata osservata almeno per quanto riguarda l’illuminazione pubblica del sito oggetto dellla pagina ed anche per quanto riguarda lo stesso Braccagni (lampioni non disperdenti verso l’alto, lampade sicuramente idonee, perchè da anni si trovano solo così, per pura informazione da anni sono fuorilegge quelle a vapori di mercurio riportate nelle tabelle della legge regionale). Ribadisco comunque che ci sono delle disposizione di legge nazionale, quindi superiori alla legge regionale, che impongono l’illuminazione notturna per motivi di sicurezza, per quelle aree e/o impianti di importanza strategica.
    Come al solito siamo italiani e quindi “fatta la legge trovato l’inganno”, cioè siamo tutti a cercare la soluzione che meglio ci aggrada, c’è chi prende alla lettera la legge nazionale e giù luminarie che quella di S.Ranieri sui lungarni di Pisa è una barzelletta (si potrebbe delineare in questo uno dei perchè non si spengono più alternativamente i lampioni dopo le 23 come una volta), oppure c’è chi prende a riferimento la legge regionale (che vale solo per noi) che ne fa un uso limitato (nel mio lavoro si accendevano solo uno o due lampioni per impianto in automatico, ma si sarebbe dovuto illuminarli quasi a giorno, cosa che facevamo durante le prima e seconda guerra del Golfo, in previsione di possibili attentati).

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  • 14 Aprile 2012 in 20:55
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    Decisamente interessante.
    In linea generale, il mondo delle leggi è un qualcosa di vasto e piuttosto ostico (almeno per me), sarebbe bello se il blog proponesse una rubrica dove poter fare domande ed avere una risposta da chi conosce e/o sa trovare e interpretare le leggi

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    • 15 Aprile 2012 in 16:28
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      Mica sbagliato! Vediamo se la organizziamo?

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  • 14 Aprile 2012 in 19:51
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    Eccomi, Toto ha detto bene, ci sono leggi da rispettare, non so se sono rispettate o meno, però una lettura della norma può aiutare tutti, ovviamente quando ho parlato di Guadalupe l’ho fatto solo perchè a me sembrano inutili tutte quelle luci in mezzo alla campagna, tra l’altro la maremma se la si guarda dal satellite di notte è una delle zone meno inquinate dalla luce in italia e quindi possiamo ancora contare migliaia di stelle e vedere la via lattea e la galassia di Andromeda ad occhio nudo, cosa che ha un valore altissimo… Non dico che Guadalupe non rispetti la legge. Ma se vogliamo saperne di più, leggiamo questo documento della regione e poi andiamo di notte al baluardo e guardiamo la Maremma , soprattutto non è vero che un privato può spendere ed illuminare quanto gli pare, ecco il documento della regione http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/1207814904978_linee_guida_illuminazione.pdf

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  • 14 Aprile 2012 in 11:43
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    carissimi le luci esterne in piena campagna ma anche in citta hanno delle regolamentazioni precise, forse maremmano non ha tutti i torti, qualcuno conosce le norme in casi come questo?

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  • 14 Aprile 2012 in 08:12
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    In effetti tra Guadalupe ed un’area pubblica come quella di Roccastrada c’è la sua differenza. Se i condomini preferiscono tenere tutto accesso, alla fine, sono affari loro. Semmai si potrebbe fare un ragionamento diverso. Nelle frazioni del Comune di Roccastrada, dopo una certa ora della sera (mi sembra mezzanotte) resta acceso un lampione ogni due. Non mi sembra che ciò accada a Braccagni e nel comune di Grosseto – anche se qualcuno mi diceva che fino a qualche anno fa ciò avveniva- Credo che potrebbe essere una buona soluzione per risparmiare del denaro pubblico…

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  • 13 Aprile 2012 in 13:01
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    E così è stato, li hanno spenti, adesso vediamo se spengono anche quelli di Guadalupe che non è un centro urbano o sbaglio?…

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    • 14 Aprile 2012 in 07:07
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      Mi sembra che fra il Madonnino ed il Guadalupe ci sia una notevole differenza: nel primo caso si tratta di area pubblica, per cui si può anche polemizzare per lo spreco (per altro il sindaco ha confermato la necessità , al di là di altre problematiche, di illuminre Ortofrutta), nel secondo caso si tratta di privati e se loro vogliono sperperare i soldi, credo che siano liberi di farlo.
      Se andiamo per Braccagni la notte possiamo vedere che molte abitazioni hanno le luci accese per le scale o per i giardini, che facciamo una paginata di osservazioni?

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  • 6 Aprile 2012 in 08:58
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    Il Sindaco di Roccastrada Giancarlo Innocenti, da me intervistato sull’argomento su TV9, ha spiegato come l’accensione dei lampioni si sia resa necessaria per tre motivi: collaudo dell’impianto che deve stare acceso per un periodo prolungato di tempo; necessità di illuminare l’area dell’Ortofrutta, visto che si erano verificati dei furti; prevenire le discariche abusive, visto che con il buio e l’area ormai accessibile si era registrato un ingente abbandono di rifiuti. Il Sindaco ha assicurato che nelle prossime settimane – cessato il collaudo- la gran parte dei lampioni verranno spenti e resteranno accessi solo quelli di fronte all’Ortofrutta.

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  • 5 Aprile 2012 in 15:52
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    Non credo che sia la pagina giusta (anche se qualcosa in comune c’è), ma non potendo utilizzare il blog “comitato sos braccagni net”, scrivo qui poi l’Amministratore deciderà se lasciarlo qui o spostarlo nella pagina più consona.
    Oggi parte della Stampa locale (La Nazione) ma anche la rassegna della Provincia, riportava una notizia che a noi del Comitato “sos braccagni.net” dovrebbe, dico dovrebbe, fare piacere.
    La Provincia(Marras) come don Abbondio dice” il polo non s’ha da fare a nord di Braccagni, ma al Madonnino come da PTC”. Finalmente un pochino di chiarezza, non si dice più genericamente Braccagni, ma si fa un distinguo, specificando quale luogo finale il Madonnino. Dirrei però di togliere PTC e inserire Piano Strutturale, perchè il PTC è stato presentato il 23 (o 28) Luglio 2010 mentre l’adozione (l’approvazione a di là da venire) del RU è del 28 Marzo 2011, quindi quasi un anno dopo. Bene alla presentazione del PTC il relatore (non vorrei sbagliare, ma mi sembra fosse il Vice presidente Sabatini) non spercificò la localizzazione, ma disse solo Braccagni, e su questa posizione la Provincia è rimasta specificando che la localizzazione era compito del Comune di Grosseto, a lei bastava che fosse fatto in comune. Tale posizione Marras tenne anche in un’assemblea pubblica del PD a Sticciano qualche mese fa, salvo accettare, sollecitato dai 4 del Comitato presenti, a titolo personale, al più quale ex Sindaco roccastradino, la localizzazione a Madonnino.
    Ora sembra un inversione di rotta a 180°, da cosa è dovuta? Credo poco al consumo del terreno come riportato in quanto la posizione della Regione (o se volete, come viene comunemente affermato, della Marson) era già nota al momento della presentazione del PTC; ancora meno al “famigerato” art.142 della 66/11 perchè nel caso di spostamento dallo Spiga al Madonnino, come si dice, “si cascherebbe dalla padella nella brace”. Ci sono forse delle problematiche dell’area artigianale (acquirenti o altro) che obblighino la localizzazione del Polo (sia esso agro-industriale e/o logistico) al Madonnino? E’ forse una presa di posizione nella lotta interna al PD locale (fra cene all’astice, Areadem o altro) visto che anche sul Polo non tutti hanno una linea unitaria? O più semplicemente la PILT ha deciso di tirare i remi in barca, e qualcuno per non trovarsi con un pugno di mosche in mano, sollecita il vecchio progetto?.
    Comunque sia oggi, giovedì santo, non voglio scomodare S.Tommaso, mi contento della più laica Camusso a cui prendo il commento sul nuovo (politico)art.18 : aspettiamo il documento ufficiale per dare un commento.
    Anche per me è così, nell’attesa non abbassiamo la guardia, anzi stiamo in campana e continuamo la nostra opera, visto che ora , come ieri, grazie all’impegno (anche con pesanti ritorni personali) di alcuni componenti del Comitato ci costa poco.

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  • 19 Marzo 2012 in 13:46
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    Premessa importante, io la penserei come Scola, se non fossi un pò addentro al problema energetico.
    Mi sembra che su quanto dice Scola ci sia da fare una precisazione ed una correzione.
    Nell’area in oggetto, strano ma vero, da oltre un mese è attiva Ortofrutta, che dovrebbe svolgere anche attività notturna o pre alba, quindi penso che la “luminaria” sia necessaria.
    Inoltre la correzione. Se si vuole fare polemica fine a se stessa facciamola correttamente. La luminaria in realtà non è a Braccagni (ci risiamo con i gioghi di parole che tanto hanno fatto la causa del POLO), ma in realtà , dovrebbe, trattarsi dell’area rurale di Ribolla, in quanto è comune di Roccastrada, quindi non è corretto associarlo alla scarsa illuminazione del Capoluogo (non viene menzionato Grosseto, ma collegandolo a Braccagni viene di conseguenza).
    In merito al mio preambolo, è vero che c’è “spreco” di energia, ma è anche vero che lo richiede la rete elettrica nazionale, non ufficialmente è chiaro.
    Chi sta dietro ai problemi energetici, e penso persone impegnate come Scola ci stiano, saprà che da sempre la notte è un grosso problema sia di produzione che di trasmissione. Sarebbe lungo stare a spiegarlo, diciamo che abbiamo l’energia sufficiente durante il giorno, mentre la notte non sappiamo dove buttarla. Di qui il suggerimento, prima senza avere nulla in cambio ora con uno sconto in bolletta, di fare lavatrici, stirare etc in ore notturne. L’unica alternativa sarebbe di spengere le centrali, ma ciò comporterebbe uno spreco energetico maggiore e il rischio enorme di black out come avvenuto nel 2006 (o 5 sono ormai Vekkiaccio e i ricordi si allontanano) e questo vale anche con gli acquisti all’estero, specie da produzione nucleare, visto che tali centrali hanno flessibilità zero. Sempre per chi sta dietro ai problemi energetici, non sarà sfuggito la diatriba fra TERNA e ENEL (in particolare perchè, come si dice, sono “cugini boni”, ma da considerare anche gli altri produttori) per la costruzione di depositi energetici (leggi insieme di accumulatori) per immagazzinare quanto prodotto il giorno (specie con il solare) per reimmetterlo in rete durante la notte. Solo quando queste società si troveranno d’accordo, qualcosa di diverso ci sarà e allora sarà giusto criticare gli “sprechi” come sopra.

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