Che sia giunta l’ora del maestoso Cedro del Libano alla stazione FFSS di Braccagni?

E’ forte la preoccupazione a Braccagni per la sorte di un maestoso Cedro del Libano in ottima salute.

Alcuni cittadini hanno visto spuntare venerdi 30 Maggio u.s. un cartello inquietante alla stazione FFSS di Braccagni (Montepescali Scalo):

Cartello

Un cartello così, senza riferimento ad alcuna ordinanza, ad alcuna autorizzazione da parte di chicchessìa che però pare foriero di un terribile destino che attende un maestoso Cedro del Libano: pare che gli incaricati che hanno piazzato tale cartello sotto l’enorme pianta abbiano sostenuto che questo verrà abbattuto nei due giorni citati. La domanda che in molti si sono posti è:

Ma il motivo di tale scempio?

Ci siamo chiesti, con alcuni avventori del locale di fronte sui possibili motivi: la sicurezza della circolazione stradale? Naaaaaa, basterebbe una potatura. La sicurezza della circolazione ferroviaria? Naaaaaa, sempre una potatura sistemerebbe la cosa. E’ gravemente malato e si teme che possa cedere sotto il peso delle intemperie o dell’età? Naaaaa, a prima vista sembra semplicemente perfetto.

Allora quale è il motivo di tale sconsiderata scelta? Ecco come appare questa notte la stazione ferroviara e gli immediati dintorni della stessa:

il-maestoso-cedro-del-libano-alla-stazione

Si vede chiaramente che è sicuramente il marciapiede, ormai invaso da arbusti cresciuti incontrollati, a chiedere che questi vengano estirpati, ma gli alberi nel parco antistante il binario 1… basterebbe una sana potatura visto che svolge funzioni quantomeno essenziali per una stazione che si integra con il tessuto del paese: abbatte in parte il rumore, nasconde alla vista la struttura necessaria per il funzionamento della ferrovia ai visitatori e certamente rende più piacevole il panorama.

Allora ci chiediamo: chi ha deciso di abbattere tali piante d’alto fusto? Le Guardie Forestali? RFI? Il Comune? La Provincia? Ma con quali motivazioni?

Speriamo che stavolta prevalga il buonsenso e si soprassieda da abbattimenti che già molto hanno fatto discutere nel territorio comunale rendendo partecipi i cittadini delle scelte.

Aggiornamento alle 9:10 del 4 giugno:

Abbiamo contattato la Polizia Municipale telefonicamente e ci dicono che è tutto in regola con permesso rilasciato dal competente ufficio del comune di Grosseto.

Abbiamo allora chiesto lumi all’ufficio preposto dove il tecnico ci ha gentilmente dato delucidazioni: RFI ha chiesto l’abbattimento per motivi di pubblica incolumità rifacendosi ad apposite leggi che ne vincolano le distanze dalla linea ferroviaria. Lo stesso tecnico ha effettuato il sopralluogo e rilasciato il permesso di abbattimento. Incalzato lo stesso con la domanda “perché abbatterlo invece di potarlo visto che è la naturale barriera tra RFI ed il paese di Braccagni?” Ci ha spiegato che non si può capitozzare una conifera pena la morte della stessa dopo qualche anno al massimo, di fatto la potatura dei soli rami interferenti e di quelli dall’altro lato per l’equilibratura, non rientra tra le logiche del trattamento del verde (libera interpretazione del sottoscritto).

Abbiamo quindi contattato la forestale che però ci comunica di aver delegato la gestione del verde urbano privato al Comune di Grosseto (e quindi allo stesso ufficio di cui sopra).

Per curiosità sono andato a cercare la famigerata legge alla quale fà riferimento sia il Comune che RFI: non ho trovato altro che il DPR730 del 11 luglio 1980 dove, all’art.52 si legge che “Lungo i tracciati delle ferrovie è vietato far crescere piante o siepi ed erigere muriccioli di cinta, steccati o recinzioni in genere ad una distanza minore di metri sei dalla più vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale. Tale misura dovrà, occorrendo, essere aumentata in modo che le anzidette piante od opere non si trovino mai a distanza minore di metri due dal ciglio degli sterri o dal piedi dei rilevati. Le distanze potranno essere diminuite di un metro per le siepi, muriccioli di cinta e steccati di altezza non maggiore di metri 1,50. Gli alberi per i quali è previsto il raggiungimento di un’altezza massima superiore a metri quattro non potranno essere piantati ad una distanza dalla più vicina rotaia minore della misura dell’altezza massima raggiungibile aumentata di due. Nel caso che il tracciato della ferrovia…” . Mentre sempre in merito alla sicurezza ci sarebbe il rischio di elettrocuzione sia per contatto della pianta che per induzione verso la stessa… Ma qui l’ultima normativa parla addirittura di soli 5 mt dai conduttori eserciti a 132kV e quindi parrebbe bastare una potatura….

Purtroppo comincio a credere che le sorti del maestoso albero siano state segnate, più dall’uomo che dal tempo.

Si accettano, come sempre, precisazioni, suggerimenti etc da chiunque ne abbia.


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3 pensieri riguardo “Che sia giunta l’ora del maestoso Cedro del Libano alla stazione FFSS di Braccagni?

  • 7 Giugno 2014 in 23:50
    Permalink

    Già, adesso tutte le piante alla stazione, ad accezione della palma, sono state abbattute.
    Peccato per il marciapiede che rimane praticamente inagibile e mi pare di capire che tutte le piante da Genova a Capalbio verranno eliminate lungo la linea ??!!
    Le manutenzioni costano, l’alta velocità incombe, alla fine RFI è diventata privata e guarda soltanto al profitto… bah!

    Mi diceva Mirio che le tortore tornavano al loro nido oggi, ma non lo trovavano più e facevano dei gran giri a vuoto trasmettendo una pena immensa a loro che le guardavano…

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  • 5 Giugno 2014 in 12:49
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    Da informazioni avute sul posto ho saputo che la Ditta è incaricata del taglio delle piante da Genova (da dove sono partiti) fino a Capalbio, quindi la questione non è locale ma di sicurezza su tutta la linea.
    A torto o a ragione, queste sono le leggi e vanno rispettate. Dispiace per il maestoso cedro del libano ma è così.
    Voglio ricordare che quest’inverno era venuto giù un ramo piuttosto pesante, dalla pianta accanto al cedro, a testimonianza che qualche problema di sicurezza si verifica. Mettiamoci poi che le manutenzioni costano e il gioco è fatto.

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  • 4 Giugno 2014 in 14:55
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    Robi mi pare che la tua chiusura sia la quadratura del cerchio. Ci sono delle leggi a cui è difficile sottrarsi come persone, figurati come alberi (o animali). Per quanto ami il verde, le piante in particolare, ci sono passato anch’io come privato cittadino (strano anche nel mio caso un cedro del Libano, posto sul confine di proprietà) per la legge dei tre metri (o cinque, cambia poco); sia come tecnico per la vicinanza di alberi (nel mio caso) a linee AT o cabine AT/mt. Con il DPR che porti a conoscenza le FFSS sono in una botte di ferro e lo dimostra il volantino senza autorizzazione di sorta, loro possono intervenire (penso che quell’avvertimento fosse più un consiglio per eventuali danni che poteva subire un automobilista che un riconoscimento di occupazione del suolo, nel caso sì che ci voleva l’autorizzazione). Pensa che per il DPR in oggetto, o meglio per uno simile se quello che te hai riportato è completo, le FFSS sfrattano dipendenti o ex dalle cantoniere, abitate da anni e anni, figurati se si pongono problemi per tagliare un albero maestoso quanto ti pare, ma pur sempre un albero che per tenerlo in ordine occorrono soldi e non vengono fatte le manutenzione ai rotabili, figurati se si spende per far contenti due ignoranti di maremmani……….
    Un appunto sulla risposta che ti ha dato il tecnico a cui ti se rivolto lo voglio fare. Sai che intorno a casa mia fra i dieci alberi (oltre a molti arbusti) ci sono due cedri del Libano che tendono ad eguagliare quello in oggetto (ad ottobre saranno 40 anni alla messa a dimora). Bene nel tempo hanno subito potature (sempre da esperti in modo da mantenere l’equilibrio) ed una decina di anni fa furono capitozzati. Bene ad oggi sono sempre vegeti e, se non ci poniamo una attenzione particolare, non ce ne accorgiamo perché i rami sottostanti si sono levati verso l’alto creando una specie di nuova punta.

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