Rischio idraulico: c’è una strega nel Padule

estratto dalla cartografia del R.U. di grosseto

estratto cartografia R.U.

 

LA NUOVA STREGA DEL PADULE: IL RISCHIO IDRAULICO

riflessioni e approfondimenti sulle verità che nessuno dice sulla stampa, a cura di Fabio Bargelli, presidente del Comitato SOS Braccagni net,  su:

http://sos-braccagni-net.blogspot.com/2012/03/la-nuova-strega-del-padule-il-rischio.html?spref=fb

 

 

leggiamo sul Corriere di Maremma http://www.corrieredimaremma.it/

di Giacomo D’Onofrio

GROSSETO – Oltre cento strutture, decine di Pma (piani di miglioramento agricolo ambientale), tre centrali a biomasse. Tutti fermi a causa della norma regionale sul rischio idraulico, che sta provocando una paralisi senza precedenti nel capoluogo. I numeri citati si riferiscono, infatti, alle pratiche che al momento il Comune di Grosseto non può concessionare perchè gli interventi ricadono su terreni ricompresi nelle zone classificate a pericolosità idraulica molto elevata. Gli effetti dell’articolo 142 della Finanziaria regionale iniziano a farsi sentire ed è davvero corsa contro il tempo. segue su : http://www.provincia.grosseto.it/rassegna/text.php?text=t270119&trova=&tc=#.T03c9IcaOa4


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9 pensieri riguardo “Rischio idraulico: c’è una strega nel Padule

  • 4 Marzo 2012 in 19:12
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    Mi sembra che quanto riportatao dal Tirreno di oggi fughi ogni dubbio: le due cartine indicano chiaramente che la Regione sarà stata drastica, ma la magagna l’ha fatta il comune stendendo l’RU. Da poca area soggetta a rischio idraulico del 2004 (credo la cartina credo si riferisca al PRG) siamo passati all’80% del territorio con la presentazione dell’RU

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  • 3 Marzo 2012 in 09:04
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    Riguardo al famoso, o famigerato( fate voi), art. 142 della Legge Finanziaria Regionale ho intervistato ieri per TV9 l’assessore toscano all’agricoltura Gianni Salvadori che si è detto pronto a mettersi ad un tavolo ed a discutere anche di qualche modifica, laddove ce ne sia veramente bisogno ed in casi particolari dedicati allo sviluppo economico di un territorio. Al di là di quanto da voi segnalato sulla cartografia, credo che tale discussione possa riguardare l’area del Madonnino che, giustamente, fu avallata dalla Regione. Ho qualche dubbio sull’area dello Spiga su cui la Regione, INDIPENDENTEMENTE, dall’art. 142 aveva già espresso parere negativo attraverso le osservazioni al Regolamento Urbanistico. Anche se riguarda un altro settore, ma che comunque coinvolge da vicino numerosi imprenditori agricoli, Salvadori ha ribadito il NO della Regione Toscana sulla decisione governativa di far pagare l’IMU sulle strutture strumentali alle attività in agricoltura, nella fattispecie stalle, cantine e annessi agricoli vari.

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    • 4 Marzo 2012 in 09:25
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      Bravo Carlo, credo che tu abbia centrato il punto: perche’ il Comune ha deciso di segnare il Madonnino per far speculare allo SPIGA? E si che Salvadori fu’ chiaro anche quando venne a Braccagni e parte del “PD braccagnino” decise che i ragazzi del Comitato non potevano entrare 🙂

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  • 1 Marzo 2012 in 23:03
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    Ma allora… BARANO come ormai si sospettava, possibile che nessuna forza politica prenda in mano questa cosa e ne accerti i fatti?
    Non ci voglio credere, se fosse un errore sarebbero veramente piccoli, magari c’è un perchè a questa scelta di mandare a casa tutti coloro che hanno le imprese edili stavolta O_o ?!

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  • 29 Febbraio 2012 in 20:02
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    Così è, il problema lo hai inquadrato in modo perfetto, non è la regione che ha messo nei guai i Grossetani, ma l’inserimento dell’80% del territorio comunale in zone ad elevato rischio idraulico effettuato dal Comune senza una opportuna e adeguata verifica e senza rispettare quanto previsto dal piano strutturale, che sebbene fatto nel 2003, un anno prima dell’alluvione del 2004, è lo strumento che vincola il RU…. quindi il Comune non potrebbe introdurre un regime di pericolosità diverso da quello previsto nel PS mediante uno strumento a questo subordinato come il RU, ma dovrebbe modificare prima il PS e poi adattare a questo il RU; e quando va a modificare il PS deve tenere conto della realtà dei luoghi e della loro reale pericolosità, cosa che non pare sia stata fatta.

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  • 29 Febbraio 2012 in 18:38
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    Mi sembra evidente che il Comune invece di indagare le aree interessate dall’alluvione del 2004, in modo molto superficiale ed arbitrario, le ha inserite in classe di pericolosità elevata. Sarebbe anche apprezzabile una così elevata sensibilità verso il territorio e verso la sicurezza dei cittadini ma una pubblica amministrazione deve dare certezze e pari opportunità ai cittadini che amministra.
    Al di là di quanto dettato dal famigerato art. 142, credo che con questo tipo di operazione il Comune avesse già messo in difficoltà i cittadini e le aziende che si trovano in zona a pericolosità elevata, in quanto li avrebbe comunque obbligati, in caso di interventi edilizi, a produrre studi idraulici di dettaglio che dimostrassero la non pericolosità di questi territori o l’appartenenza ad una classe di rischio più bassa, con costi a carico dei cittadini, quando invece dovrebbe essere il Comune, attraverso il Piano Strutturale, a disegnare la mappa del rischio idraulico di tutto il territorio comunale. Se questo fosse stato fatto ci si sarebbe accorti che le zone a rischio idraulico elevato sarebbero molte meno di quelle oggi paventate. Per rimanere su Braccagni, ho letto sulla stampa che l’art. 142 blocca lo sviluppo del Madonnino e del centro fieristico, credo che questo non corrisponda al vero dato che sono stati ultimati i lavori per la messa in sicurezza di quell’area (idrovore, canalizzazioni, luci sotto la 4 corsie, ecc.), costati 8 milioni di Euro, non so se sono già collaudati ma la loro realizzazione contribuisce a diminuire il rischio in tutta la zona del Madonnino a nord della 4 corsie. Secondo me basterebbe che il Comune aggiornasse la cartografia del Piano Strutturale sul rischio idraulico, questa sarebbe recepita e approvata dal Bacino Regionale Ombrone e tutto sarebbe più semplice sia per il Comune che per i cittadini e le aziende, ma forse è più facile lamentarsi e andare a testa bassa verso scelte politiche sbagliate piuttosto che affrontare i problemi in maniera tecnica.

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  • 29 Febbraio 2012 in 08:36
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    Ma sarà veramente così oppure c’è sotto qualche cosa che non ci dicono?

    Ho fatto alcune ricerche on-line ed ho scoperto cose strane come il fatto che il famigerato art. 142 della legge finanziaria regionale dice che i limiti da questo previsti si applicano alle zone inserite dai PAI, dai PS e dai PRG in aree a pericolosità idraulica molto elevata. Sono andato allora a verificare sui documenti consultabili on-line sul sito del Comune di Grosseto e su quello del’autorità di Bacino Ombrono; sul sito del Comune ho consultato il PS, e li la cartografia fatta nel 2003 non prevede la classificazione di tali aree sul territorio comunale per tutta l’estenzione di cui parla il comune, ma solo di alcune aree veramente a rischio. Ho poi consultato la cartografia PAI dalla quale risultano le stesse arre a pericolosità molto elevata che risultano nella cartografia del PS, solo che essendo la cartografia PAI del 2006, in quella sono riportare in reticolo rosa tutti i territori che presuntivamente sono stati interessati dagli eventi alluvionali del 2004, e a scanso di equivoci ci sono stati inseriti anche porsioni di territorio che non ne sono stati interessati. Però non c’è nessun inserimento di nuove aree in zone a pericolosità molto elevata, oltre quelle previste già dal PS che come detto limita tali zone a poche porzioni di territorio e non all’80% del territorio comunale. Ma allora perchè in Comune, come riportato dall’articolo sopra segnalato, fanno tutto questo polverone? Ho allora spulciato la cartografia sulla pericolosità idraulica che il Comune ha allegato al nuovo RU adottato ma ancora in via di approvazione ed ho scoperto che:
    il Comune ha praticamente preso la cartografia dell’autorità di Bacino Ombrone ed ha inserito tutti i territori che l’autorità di bacino ha indicato come interessati dall’evento alluvionale del 2004 come se fossero a elevata pericolosità idraulica scordandosi che nel frattempo ci sono zone dove sono stati spesi decine di milioni per fare idrovore, alzare argini, crear sbocchi nuovi, insomma in modo che le zone adesso siano sicure… soprattutto manca una relazione dell’autorità di bacino, competente per il PAI, e del Comune riguardo al PS o al PRG dove si individuino le zone ad elevata pericolosità così come fatto senza troppa accortezza dal comune nella cartografia da questo allegata al RU diciamocela tutta, se proprio vogliamo parlar di queste cose, che lo si faccia a ragion veduta, per me la colpa non è della regione, ma del comune, senza che l’autorità di bacino ne il PS prevedesse tale estensione della pericolosità sull’intero territorio comunale, ne lo prevede il PRG, ha disegnato una cartografia che blocca tutto il territorio comunale e lo indica ad elevata pericolosità idraulica allegandola al RU, è quindi il Comune che ha fatto questa estensione ed ora da la colpa alla regione questo leggo dalle carte consultabili on-line e se sbaglio sono pronto a correggermi.

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