LA PAURA CHE VIENE DAL CIELO (parte prima)

La Sentinella del Braccagni – settembre 1996

Morti e feriti anche a Braccagni durante l’attacco alla Stazione

La Maremma fu flagellata dalle in­cursioni aeree degli alleati. Sola­mente a Grosseto si contarono ben 18 raids, migliaia i morti. Ma anche la Provincia non fu ri­sparmiata. Riportiamo delle loca­lità e alcune date durante le qua­li avvennero bombardamenti e mitragliamenti che provocarono morti e feriti.

Porto S. Stefano: 8/12/43, 21/10/43, 26/12/43, 7/02/44, 4/03/44, 7/03/44.
Follonica: 8/01/44 21/01/44, 3/03/44, 15/03/44, 17/03/44, 18/03/44.
Capalbio: 4/11/43, 11/11/43.
Talamone: 10/01/44.
Gavorrano: 20/03/44, 24/03/44.
Alberese: 28/01/44, 11/03/44.
Orbetello: 29/04/44.
Scarlino: 11/03/44.

Tragiche anche le conseguenze dei bombardamenti nella zona di Braccagni, in particolare sulla sta­zione di Montepescali, che si po­neva come un obbiettivo strate­gico militare.

Consultando gli elenchi degli Ospedali ove vennero ricoverati gli infortunati civili in conseguen­za dei bombardamenti militari, possiamo risalire al numero delle incursioni e all’elenco dei feriti: Incursione del 8/01/1944 Innocenti Anio fu Luigi (ricov. 8/ 01/44) (1)

Incursione del 31/01/1944 Sani Armando fu Egisto (ricov. 31/01/44 dimesso 16/02/44) Severi Rotando di Fiore (ricov. 22/11/47 dimesso 18/12/47) (?) \ncursione del 15/02/1944 Balestri Sergio di Vomere di anni 20, dimorante alla stazione di Montepescali, “affetto da ferita lombare a seguito di incursione aerea” (ricov. 15/02/44 dimesso 22/02/44)

Incursione del 3/03/1944 Villani Arialdo (ricov. 3/03/44) (1)

Incursione del 28/03/1944 Gallorini Ugo fu Pietro (ricov. 28/ 03/44) (1)

Pasquinelli Domenico fu Fran­cesco (ricov. 28/03/44) (1) Bisdomini Ezio (ricov. 28/03/44 dimesso 29/03/44) Biagetti Giuseppe fu Francesco (ricov. 28/03/44 dimesso 30/03/ 44)

Ferito, ma non sappiamo in qua­le azione militare, anche Cipriani Walter fu Enrico di anni 32 da Montepescali, ricoverato al­l’Ospedale della Misericordia proveniente da quello di Montefiascone “affetto da ferite multiple da mitragliamento”.

Cippo presso le Caldanelle a ricor­do di 5 aviatori tedeschi caduti du­rante un giro di ricognizione.

Questo invece è l’elenco dei morti di Braccagni sotto il bombarda­mento, tratto dal Registro Parroc­chiale dei Defunti: 15/02/1944: Pepi Anna di Vincen­zo di anni 18, nata a Sticciano (2); Noseda Lina nei Bernasconi di anni 54, nata a Civiglio il 16/037 1944 (3); Dragoni Santi residen­te all’Ospedale degli Acquisti (4), di anni 33.”

28/03/1944: Busoni Luigi resi­dente alla Stazione ferroviaria, di anni 54, nato a Empoli (5). 2/06/1944: Nocciolini Ester nei Mattioli residente al Pod. Chiuso­ne, di anni 24, nativa di Montepescali (6);Suor Anna Saveria Tarante residente al­l’Ospedale degli Acquisti (4), di anni 58, nata a Cosenza. Inoltre in conseguenza dello scop­pio di un proiettile morì il 22/07/ 1944 Toniazzi Sabatini di Vallerotana, di anni 54.

Note:
(1) C’è la data di ingresso all’Ospe­dale, ma non quella di dimissione.
(2) Si tratta della sorella di Morea.
(3) E’ la mamma di Franco Bernasconi. Stava scappando in direzione del cimitero con Anna Pepi quando furono raggiunte dalle bombe.
(4) Agli Acquisti era stato allesti­to un Ospedale che riceveva i feriti in fase terminale. Dragoni è sicuramente morto nei bombar­damenti avvenuti a Grosseto; Suor Anna non sappiamo dove.
(5) Busoni era il capostazione e fu raggiunto dalle bombe nei pressi del Consorzio Agrario. Perì anche un giovane di Paganico di anni 23.
(6) Era nei campi intenta a “pa­rare” i maiali.
 
Queste informazioni sono state attinte dagli Archivi di Daniele Lamioni, dal Registro Parrocchia­le e dalle preziose testimonianze di Piero Boni e Pierino Cittadini.

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4 pensieri riguardo “LA PAURA CHE VIENE DAL CIELO (parte prima)

  • 4 Marzo 2014 in 06:53
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    In occasione della seconda (e purtroppo ultima) Festa degli Alberi, reintrodotta grazie alla verve di Bruno (per i braccagnini il grande Popi) presidente del C.P.S. “Gli Anta” furono ricordati i deceduti locali a seguito dei bombardamenti con la posa di alberi in ricordo. Purtroppo l’incuria, classica di italici sviluppatasi all’eccesso nell’ultimo decennio, ha avuto il sopravvento ed ora restano purtroppo poco più che degli stecchi. Ben diversa la sorte degli alberi posati in ricordo presso la stazione dei ferrovieri morti, ma allora era una gara fra capistazione a chi le rendeva più accoglienti ( mi sembra, ma non sono sicuro, che ci fossero anche riconoscimenti ufficiali) e all’epoca, c’era il Fregoli sicuramente un ultore dei fiori, ma non ricordo se le piante furono messe nel suo periodo), poi il Ciardi, ma soprattutto Dino Chelini che curava quel verde pubblico con più amore del suo orto.

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  • 2 Marzo 2014 in 18:22
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    Pensando ad Ester

    Era il 2 giugno, Ester,
    una bellissima giornata di sole,
    l’estate alle porte e i campi pieni di vita,
    profumi,
    il cielo di un celeste che cattura i sogni,
    le speranze,
    sei nel fiore degli anni, Ester,
    24 sono giusti per essere felici e pensare alla vita, sperare nella vita.
    Sei nei campi del podere, Ester,
    e tra farfalle e passeri,
    lucertole e maestrale,
    senti improvviso un rombo di tuono che vien dall’alto
    e non capisci, alzi gli occhi e tutto senza capire perché diventa buio, freddo.
    24 anni nel fiore della vita, Ester,
    sono troppo pochi per morire,
    e poi in mezzo al profumo dei fiori nel pien della bellezza della natura,
    a giugno morir così, Ester non lo meritavi,
    non lo meritavi davvero !!!
    Per questo penso a te oggi, Ester,
    e il sole che vedo,
    i profumi che sento oggi e la bellezza della vita che non hai vissuto, Ester,
    in una carezza del pensier a te li mando.

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    • 2 Marzo 2014 in 19:22
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      Veramente toccante. Non ci sono parole per descrive le emozioni suscitate da questi versi.
      La crudeltà della guerra e il diritto alla vita di una creatura innocente che si intrecciano in un tragico destino, senza vinti ne vincitori.
      Giovani piloti che, come oggi i nostri figli nello schermo di un videogioco, puntavano e sparavano su obbiettivi distanti, senza fermarsi a riflettere, senza esitare. Lontani dal comprendere quella traiettoria su un obbiettivo che non portava una divisa, non era una minaccia. Voleva vivere, come tanti altri.
      Riportare alla memoria, non dimenticare per comprendere.
      Grazie.

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      • 2 Marzo 2014 in 19:44
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        mentre marciavi con l’anima in spalle
        vedesti un uomo in fondo alla valle
        che aveva il tuo stesso identico umore
        ma la divisa di un altro colore

        sparagli Piero, sparagli ora
        e dopo un colpo sparagli ancora
        fino a che tu non lo vedrai esangue
        cadere in terra a coprire il suo sangue

        e se gli sparo in fronte o nel cuore
        soltanto il tempo avrà per morire
        ma il tempo a me resterà per vedere
        vedere gli occhi di un uomo che muore

        e mentre gli usi questa premura
        quello si volta, ti vede e ha paura
        ed imbracciata l’artiglieria
        non ti ricambia la cortesia

        cadesti a terra senza un lamento
        e ti accorgesti in un solo momento
        che il tempo non ti sarebbe bastato
        a chiedere perdono per ogni peccato

        cadesti a terra senza un lamento
        e ti accorgesti in un solo momento
        che la tua vita finiva quel giorno
        e non ci sarebbe stato un ritorno

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