Ricorrenza di San Guglielmo

Domenica 9 febbraio nella parrocchia di Braccagni è stato celebrato San Guglielmo

Nato in Francia, verso il 1100, da una nobile famiglia, dopo una vita immorale e sregolata smette i panni del cavaliere e viene redento da San Bernardo di Chiaravalle. Dopo vari pellegrinaggi si ritira in eremitaggio per meditare e pregare nel luogo chiamato Malavalle, presso Buriano, dove muore il 10 febbraio 1157. Secondo la leggenda avrebbe ucciso un drago che infestava le campagne di Castiglione della Pescaia.

Il Gruppo Tradizioni Popolari “Galli Silvestro” ha offerto al Vescovo, Monsignor Rodolfo Cetoloni, oltre ai classici simboli della sua attività anche una pergamena con il testo della canzone scritta in ottava rima da Alessandro Cellini e musicata da Murilio Boni. I ragazzi del catechismo hanno intonato alcune strofe durante la celebrazione, al termine della quale è seguito il consueto rinfresco nei locali del Centro Sociale “Gli Anta”.

Ei giunse qui in Maremma che era palustre e cupa
in dì lontani di ormai passate ere
viveva ancora qui la lince e la lupa
erano altre allora le usuali sfere
ma mi divago troppo e la poesia si sciupa
vi canto adesso di vicende antiche e vere
Nato era in Francia in nobile maniero
e per mestiere facea il condottiero

La pace non trovava per questo stava male
pensava di sovente all’antica Gallia
montagne lui le scende e a volte le risale
e giunge infine in quel di Selva di Livallia
ma qui non lo comprese la gente Medievale
che dopo poco tempo contro di lui si scaglia
E fu costretto a partir con il suo stemma
e giunse infine ne la nostra Maremma

Il modo suo di viver che a tutti parea strano
segnò negl’ultim’anni tutta la sua vita

il sogno del suo Dio 1’avea seguito invano
e quasi lo toccava lui con le sue dita
il grande intento suo fu certamente sano
viver d’allora in poi nel bosco da eremita
Con Santità di cui non era privo
uccise in loco un gran drago cattivo

La mente mia ora provata si distoglie
sia da leggenda che da storia riti e miti
ma l’anima mia qui adesso si sconvoglie

pensando che un dì da questi Santi siti
presero i suoi seguaci addosso nuove spoglie
erano quelle dei frati Guglielmiti
Portaron in giro in modo penitente
il nuovo ordine in tutto il Continente

Vacilla di stanchezza adesso la mia mente
e le rime no non vogliono più uscire
ma la coscienza mia di certo non si pente
di aver detto ciò che in cuore aveo da dire
questa mia poesia finisce ìmmantinente
e spero che la voglia Iddio benedire
Una pretesa nel tempo avrà ‘sto canto
di ricordar Guglielmo della Maremma il Santo.

 


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