RIFLESSIONI

E’ ormai passata una settimana dall’alluvione nel sud della nostra provincia e, penso, si possa cominciare a fare qualche riflessione.
E’ vero che il clima sta cambiando, ma mi sembra assurdo che, basta cada un po’ d’acqua, l’Italia vada in crisi. Mi verrebbe da sorridere, se non ci fossero vittime umane e notevoli danni materiali, sentire le solite litanie dai nostri politici con il gioco da loro preferito, lo scaricabarile. Ogni qualvolta che c’è un evento simile le parole sono sempre le stesse: s’è costruito troppo e male, non era prevedibile, lì non era mai successo nulla etc. etc.. Io mi domando ma chi ha dato il permesso di costruire se non la classe politica dirigente? C’è, in Toscana, un Assessore che da quando si è insediata ripete la stessa litania: è stato occupato troppo terreno, costruiamo con accortezza, anzi prima di farlo recuperiamo il vecchio. No lei non capisce, bisogna costruire sempre e di più, sarebbe il caso che ritornasse al suo paese (questo anche qualcuno di noi se l’è sentito dire quando eravamo all’inizio della lotta al Polo) e giù nuove proposte scellerate di inutili cattedrali (ci sono centinaia di appartamenti invenduti a Grosseto) tipo la presa in giro di un insediamento, loro dicono piccolo, agro industriale in via Malenchini, come dire il Polo è uscito dalla porta noi facciamolo entrare dalla finestra. Rimanendo a questo si vocifera che possa essere un mattatoio? Ho detto si vocifera, ma se viene la voce qualcosa sotto ci può essere, e allora mi chiedo, perchè un mattatoio (a pochi chilometri da Braccagni) chiude e contemporaneamente si parla di riaprirlo un altro? Non sarebbe più logico riutilizzare migliorandolo il vecchio? No , altrimenti come faremmo a piangere additando gli eventi come conseguenza di costruzioni illogiche volute da chissà chi? Che rispondere poi alla solita solfa: evento imprevedibile? E’ vero che non si possa prevedere un terremoto ma un evento meteorologico è prevedibilissimo, forse non lo è come localizzazione al metro, ma lo è. E’ vero che da alcuni giorni prima è stato dato allarme (mi sembra l’8), poi seguito dal successivo avviso di criticità massima, ma la gente non ci crede più. Troppo spesso, anzi ormai è una consuetudine, viene data la criticità, per poi accorgersi che in effetti era una bolla di sapone, non so quale sia l’esatto motivo, forse la sentenza de L’Aquila, forse i troppi schiaffi che i tecnici prendono da tutti, in principal modo dai diretti interessati, fatto sta che l’allarme viene dato e ormai quasi tutti lo prendono con superficialità. Anche la perla: ma qui non era mai successo è una burletta. In Emilia, un terremoto di analoghe proporzioni successe nel 1561 e allora non c’era il fracking (oggi utile scusa), Albinia è sotto il livello dell’Albegna, inoltre l’area era una palude ma in entrambi i casi non era prevista criticità. Di chi la colpa? Del cittadino comune che ha comprato la casa (non antitellurica o in zona alluvionale) fidandosi dei costruttori e/o delle Amministrazioni o Enti (non so lo scaricabarile è anche qui) ? Siamo in Italia e prendiamo quello che ci viene , in pratica, imposto, come l’ultima perla (in verità non nuova) di un Ministro che chiede al cittadino un’assicurazione privata contro le calamità. Ma è chiaro, questo governo non lavora per i cittadini, ma per le banche e assicurazioni e questo è la riprova, si vieta la deroga al patto di stabilità per cose gravi come questa, ma si dà la possibilità a banche e assicurazioni di riparare i danni che hanno fatto all’economia mondiale (non sono parole del mio sacco, le ha esposte un sociologo del lavoro, non ricordo il nome, giorni fa sul Tirreno).
Ultima perla, ma forse potrebbe essere importante per il futuro. Ad Albinia, come lo fu nel ’66 a Grosseto, il danno maggiore lo hanno procurato i terrapieni (qui rispetto al capoluogo oltre a quello ferroviario c’era quello dell’Aurelia, aggravato del Jersey spartitraffico). Fortuna che dopo un po’ entrambi hanno ceduto permettendo il lento deflusso delle acque, ma di fatto danneggiando ulteriormente gli alluvionati (ritardando gli interventi ad esempio) e mettendo in crisi (ulteriore) l’economia locale e nazionale. Anche qui in barba a tutte le logiche si vuol fare un’autostrada (che io, ma come me molti, ritengo inutile) senza una viabilità complanare logica (molte di quelle stradine indicate da SAT sono state spazzate via) con il rischio, ancora più grave domani, di vedere spezzata l’Italia in due. Ricordo che uno dei motivi che spinsero la Giunta Finetti, negli anni ’70, a dire no all’autostrada su tracciato pianeggiante fu il rischio di avere un ulteriore terrapieno di sbarramento all’eventuale esondazione dell’Ombrone, ma, pur ricordando Vico, pochi lottano contro l’obbrobrio e il rischio assicurato (no su indicazione di Crimi)


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Un pensiero su “RIFLESSIONI

  • 24 Novembre 2012 in 09:32
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    Due giorni fa, accompagnato dal direttore del Consorzio di Bonifica Osa Albegna Machetti, ho fatto un giro delle zone alluvionate per realizzare uno speciale. Debbo dire che a dieci giorni di distanza nel triangolo che va da Marsiliana a Barca del Grazi e delimitato all’Albegna, a destra, e del torrente Magione e sinistra lo scenario è decisamente impressionante. E’ stato il lago che si è formato lì che, poi, finendo nella controfossa dell’Albegna e esondando sul collettore ottocentesco ha causato l’onda di piena su Albinia creando quello che è successo. Quello che è più impressionante è toccare con mano il livello dell’acqua in campagna. L’argine del Magione, alto più o meno quanto quello della Fossa al Madonnino, reca sulla parte esterna il segno del livello delle acque nei campi che sarà sì e no a 50 cm dalla cima dello stesso. Di fatto se l’acqua fosse salita ancora dai campi sarebbe entrata nel torrente e non si sarebbe distinto quello che ormai era un enorme lago dal corso d’acqua. Vi assicuro che, al di là dei danni, è questa la cosa che impressiona di più. Accanto ci sono le immagini viste e riviste con le auto ancora in mezzo ai campi cassonetti scagliati dalla forza della natura a centinaia di metri di distanza, case colme di fango con la gente ancora impegnata a pulire e tutto il resto. In più c’è un’altra cosa che, magari la pensi, ma non la tocchi con mano fino a che non sei lì. Se l’esondazione dei fossi rovina le colture, ma lascia comunque una superficie limacciosa di fango sui campi, quella dell’Albegna lascia uno strato di sassi e detriti che copre oggi ettari ed ettari di terreni che,. probabilmente, resteranno incolti per tanto tempo. Ecco lì tocchi con mano il disastro che la natura ha fatto!!!! Proprio il direttore del Consorzio Bonifica mi diceva che, mai come in queste occasioni, lavorando nel settore ci si accorge come la natura tenda a riprendersi ciò che gli si toglie. E lui stesso ammetteva come le stesse bonifiche abbiano rappresentato, nel corso dei decenni, una ferita che l’uomo le ha imposto. Necessaria, ovviamente, per avere terreno fertile, ma con cui devi sempre combattere. Purtroppo credo che ancora una volta la politica, che poi è colei che deve finanziare queste opere attraverso le Regioni e le Province, che però non li hanno a causa dell’assurdo patto di stabilità, sia rimasta indietro rispetto a quelle che sono le esigenze reali dei cittadini. L’ingegner Machetti infatti mi diceva che purtroppo, ad oggi, con il fenomeno delle bombe d’acqua si rischia di rimanere indifesi se, ovviamente, non riusciamo ad intervenire nel modo giusto. Questo vuol dire riuscire a fare tanta opera di prevenzione, ma anche di pulizia. Da qui un altro aspetto su cui si deve discutere e che è emerso in questi giorni anche sulla stampa locale. Possibile che gli stessi Consorzi Bonifica debbano intervenire sui corsi d’acqua in maniera limitata perché le associazioni ambientaliste altrimenti se la prendono in quanto si danneggia l’ecosistema? Ora io sono il primo a voler difendere la natura. Ma è normale che si mettano due tane di animali, qualche erba palustre prima della sicurezza dei cittadini? Allora non era meglio lasciarci la palude? D’altra parte una bonifica, che lo si voglia o meno, è stata impattante. Ed una volta realizzata se la si vuol mantenere nella maniera corretta, salvaguardando i cittadini che vivono in zone anche al di sotto del livello del mare, lo dobbiamo fare nella giusta maniera!!!

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